La storia di Lena,
tirocinante in un asilo con madre cellulare-dipendente, che pur
non avendo una silhouette da miss riesce ad ottenere grandi successi
con i maschietti, di tutte le età.
Fiacchissima pellicola
belga diretta da Christophe Van Rompaey e scritta scelleratamente da
Mieke de Jong, Lena (2011) è cinema mediocre che vuole,
all’inizio, sfuggire alla tesi abusata della ragazza cicciona
derisa/esclusa/introversa: la diciassettenne protagonista sembra una
che sa il fatto suo, è indipendente, se la balla con
leggiadria e a quanto pare le basta uno sguardo per accalappiare un
uomo; sorvolando su queste scene d’abbordaggio con relativo coito
francamente artificiose, la raffigurazione di una personalità
così sbarazzina a differenza del corpo che la contiene perde
qualunque potenziale perché incastrata nel solito disegno
trito e ritrito di un declivio sentimentale. Alla parentesi di
felicità con il ragazzo in questione non poteva mancare
l’ineluttabile punto di rottura (causato peraltro da un fatto che
non viene dettagliato), ed è da questo momento che il film
affonda testualmente in un pantano di allusività nemmeno,
ahimè, troppo allusive.
Che non si tiri in ballo
la stolida psicologia da quattro soldi, non regge il discorso di una
Lena a cui mancano nella vita delle figure genitoriali di rilievo e
per cui l’attrazione verso il “suocero” può essere tale
grazie a questa fandonia, e ugualmente il comportamento del padre non
può venire giustificato con l’assenza coniugale che si
protrae da parecchio tempo, semplicemente una svolta così
netta dell’opera tramite siffatta liaison (forzata
all’inverosimile) può funzionare al massimo, ma proprio al
massimo, in un solo contesto: quello pornografico, davvero, manca
credibilità, tensione emotiva, e qualunque altro ingrediente
capace di allontanare dalla ridicolaggine un tale tradimento
intrafamigliare, ed imperterrito Van Rompaey rimarca la propria
condotta pruriginosa che involontariamente palesa una serie di
capitomboli quasi dilettanteschi, difficile pensare che può
esserci qualcosa di peggio nel vedere il papà cogliere il
figlio copulante sotto la doccia: invece c’è ed arriva con
l’impennata drammatica del finale che per la sua scempiaggine
indigna profondamente.
Se per puro caso Lena capitasse sulla vostra strada, cambiate subito direzione.
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