È passato
molto tempo dalla visione di Où gît votre sourire enfoui?
(2001), ma, come dire, certe
cose, se così belle, non si dimenticano mai, e quindi mettendoci
a parlare un attimo di 6 Bagatelas
(2001), propaggine del lungometraggio appena citato, non si può che
farlo in modo positivo perché il lavoro di Pedro Costa sui
coniugi-cineasti Danièle Huillet e Jean-Marie Straub è più che
altro un dono verso tutte le persone che hanno a cuore quella parola
cava che risponde al nome di Cinema. Qui, al pari del “fratello
maggiore”, assistiamo all’incursione del regista portoghese nella
prassi post-produttiva del duo francese, non solo: la mdp coglie l’uomo e la donna anche al di fuori della sala di montaggio,
precisamente nel giardino di casa, mentre Hulliet è impegnata a
raccogliere il bucato e Straub disserta sul cinema, è una piccola
grande scena esemplare: è, semplicemente, la capacità di Costa
nell’infiltrarsi dentro le maglie della realtà, cosa che fa
pressoché da sempre nei suoi film, per riconsegnarci un’altra
possibile storia, certo, nell’opera in esame la componente
documentaristica ha un peso superiore rispetto ad altri film
costiani, ma vuoi per il grado di intimità che si riesce a toccare,
vuoi per la profondità argomentativa che viene captata, l’impressione è che ci sia ben altro al di là dell’omaggio a due
importanti e seminali autori di ieri e di oggi. Potrà apparire
strano se, come già scrissi al tempo, dico che emerge un sentimento
simile alla tenerezza vedendo questa coppia vivere stralci della loro
vita fatta di cinema e cultura, forse, alla fine, non si tratta
affatto di sole bagatelle.
giovedì 12 aprile 2018
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