La visione dell’Ágnes
Kocsis di Pál Adrienn (2010) si allaccia in maniera più
o meno evidente ad un certo cinema centro-nord europeo che fa capo a
gente come Seidl, Hausner, Andersson, Östlund
e via dicendo. La staticità, la frontalità,
l’inadeguatezza di corpi sgraziati dentro la scena, il sedare le
emozioni con anestetici al gusto di bromuro e l’incapsulare i
drammi in una sfera opaca, sono tutti elementi rivenibili in questo
film presentato a Cannes ’10 dove si aggiudicò il premio
FIPRESCI, in aggiunta la regista ungherese nata nel 1971
a Budapest soffia nella propria opera un sottile (pro)fumo di
grottesco che sembra provenire da certa recente cinematografia russa
e che, per esempio, ha trovato campo fertile anche nel connazionale
György Pálfi
(prendiamo l’alienante stanza degli EEG come esempio). Orbene,
coniugando tali istanze che raggruppano stili e tematiche, abbiamo
Adrienn Pàl, film che
nel suo campo, quello del cinema narrativo, può ritagliarsi
una posizione decorosa perché varie sono le questioni gestite
con garbo e intelligenza dalla Kocsis: la prima è
quella di aver passato al cinema un altro ritratto di profonda
malinconia, nessuna originalità in una ragazza obesa che
fatica a trovare un po’ di vicinanza umana, ma i modi sono quelli
giusti e nell’atmosfera seriamente autoptica (qui più che
mai, tanto che alla morte Le si cambia il pannolino) Piroska-menhir
si percepisce realmente come una donna sola in cerca di
un’esistenza migliore, e a rinforzare l’impressione ci pensa un
fidanzato melomane e puntiglioso che la Kocsis utilizza
sardonicamente nelle parentesi domestiche dove nel gelo della casa
(spoglia come l’ospedale) si consuma (già da tempo: “sono
cinque anni che non ti amo più”) la piccola grande tragedia
del distacco.
Legandosi
indissolubilmente alla suddetta dimensione solitaria di Piroska, il
cuore di Adrienn Pàl trova
battito e ritmo in un’indagine particolare, come in un noir
addolcito la ricerca dell’amica scomparsa diventa qualcosa di più
grande. La Kocsis delinea la forma ricalcando i tratti di
quei thriller dove la ricerca di un colpevole diventa ricerca di se
stessi, e allora la traiettoria si fa intima, recondita, l’infermiera sulle tracce del suo alter ego Adrienn, il fantasma della bambina che
era. Giocando sull’instabilità degli indizi raccolti dalla protagonista, la regista costruisce una buffa investigazione dell’anima
dove come è giusto che sia il mero oggetto del desiderio resta
una chimera, e pur avendo una sottile ruggine nelle modalità
con cui l’improbabile detective porta avanti l’inchiesta (certe situazioni
“casualmente” favorevoli, come quando si reca nel villaggio e
“guarda caso” si prende cura dell’ex maestra morente il cui
figlio, “fortuitamente”, è l’anello di congiunzione con
l’amica perduta), l’opera nel suo insieme veicola un senso
piuttosto pieno dotato di una buona coerenza estetico-argomentativa.
La conclusione non didascalica suggerisce forse una riappacificazione
personale (il ballo con la bimba al compleanno, il ballo con Adrienn,
il ballo con sé) segnata dall’inevitabilità della
vita incanalata ormai in una routine irreversibile (la pulsazione sul
monitor che cadenza il futuro).
sarà che ci ho messo 5 giorni per tradurlo ma io adoro questo film !!
RispondiEliminaah sì?! Allora ti ringrazio perché ho inconsapevolmente usufruito dei tuoi sforzi, ed anche se sono orientato verso altro cinema ne riconosco qui la piena professionalità ed il piacere che ne è successivamente scaturito. Anche il precedente Friss levegö si lascia guardare, peccato la Kocsis sia inattiva da parecchio tempo...
RispondiEliminaVero, ferma da ben 6 anni, e dire che si vociferava che il suo prossimo film sarebbe stato una specie di biography su una pop star ungherese morta suicida a 30 anni , sempre cose allegre insomma :D ! Anche se dopo l'avvento di Gutierrez pure io ormai sono in fissa per un certo tipo di cinema avrò sempre un debole per Agnes, il suo stile così malinconico e al contempo beffardo è una delle poche cose che ancora riesco ad apprezzare del cinema narrativo, tralaltro uno dei motivi per cui aprii il blog fu proprio per parlare di Pal Adrienn xD
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