domenica 9 novembre 2008

Il giorno in cui Paul divenne uomo

L’avrebbe uccisa, sì, se ne fosse stato in grado l’avrebbe fatta fuori: puff, sparita, eliminata, cancellata, annientata. Paul odiava la ragazza di suo fratello maggiore con tutto sé stesso. Fin dal primo giorno aveva pensato: “Questa qui mi sta sui coglioni.” E col passare del tempo le cose non erano migliorate.
Ogni volta che veniva a cena da loro si sedeva sempre al suo fianco, e mentre discutevano o si guardava la tv, lei rideva, ma la sua risata era simile al verso di una foca, Paul andava in bestia. “Adessosoffocaadessosoffoca”, ma subito dopo riprendeva quel ghigno compulsivamente malefico.
La cosa che più gli dava fastidio era quando s’intrometteva nei fatti suoi, lo faceva sempre mentre aspettava che suo fratello tornasse dal lavoro; si piazzava in camera sua e guardandosi intorno cercava un argomento su cui ciarlare.
“Hai visto Paul come pioveva oggi?”
“- crede che sono cieco questa deficiente? - Già ho visto…”
“Cosa leggi?” Quando sorrideva le sue labbra si allargavano così tanto che ci sarebbero passate tre banane contemporaneamente.
“- Saranno fatti miei - Un libro...”
“Che libro è?” Quando s’incuriosiva piegava la testa da un lato aggrottando le sopracciglia.
“- Ma fatti i cazzi tuoi! - "L’amore ai tempi del colera"…
“Non l’ ho mai letto, di che parla?” Adesso la sua espressione era un misto delle due precedenti, Paul l’avrebbe ammazzata seduta stante.
“- Ci credo te al massimo leggi Vanity Fair - è una storia d’amore.”
“Davvero? E tu ce l’ hai la fidanzatina Paul?” Inarcò un po’ la schiena in avanti appoggiando i palmi delle mani sul letto.
“- ma cosa vuole sta qui? - No non ce l’ho.”
“L’ hai mai vista una ragazza nuda?” In un attimo si sfilò la maglietta di cotone restando con i capezzoli induriti semicoperti dai lunghi capelli lisci.
“- Cazzo -Cazzo!”
“Avanti tocca, non avere paura…” La sua mano era tesa in direzione di Paul che timidamente si avvicinò alla ragazza accarezzandole con la mano tremante la rotondità del seno, lei lo strinse e gli sussurrò all’orecchio:”Baciami…”
Con il cuore che batteva come mai in quindici anni di vita rispose: "Sì".
Quella sera a tavola le sue risate non gli diedero fastidio, i suoi sorrisi non lo fecero infuriare, anzi, ne sentiva come il bisogno, e quando suo fratello l’abbracciò davanti a lui gli si chiuse lo stomaco e fu assalito da un senso di nausea.
Aspettò lei per molti giorni a venire nella sua cameretta, stringendo tra le braccia il libro di Garcia Marquez e ripensando al giorno in cui divenne un uomo.
Ma non tornò più, lasciò suo fratello per un’ istruttore di body building, e così due uomini cominciarono a piangere per la stessa donna. Ma questa, come si dice, è un’altra storia…

2 commenti:

  1. Complimenti per il racconto e per il Genoa! Scusami se sono sparito, ma ho avuto un pò di problemi e mi hanno tolto Internet dal lavoro.

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  2. Grazie ;) Giovedì sarà un bel banco di prova,vedremo!
    Tranquillo io sono sempre qua!

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