Se non esistessero i programmi di file sharing Le tombe dei resuscitati ciechi (1971) sarebbe uno di quei film dimenticati sugli scaffali impolverati di qualche emittente locale, o nelle avide mani di un cinefilo collezionista. Meno male che esiste emule dunque, perché l’opera di Amando De Ossorio non è malaccio.
L’inizio, con il sacrificio di una donzella, mi ha riportato alla mente Riti, magie nere e segrete orge nel trecento (1973) di Polselli, conscio del fatto che di Polselli ce n’è stato solo uno, proseguendo la visione mi accorgo di come questo film non abbia nulla a che fare con quello del maestro.
Superati i primi minuti, che fanno promettere bene date le scudisciate sulle tette, siamo trasportati nel presente, in una assolata località di villeggiatura dove lui e lei (perdonatemi ma ho già scordato i nomi) si godono un po’ di relax. Destino vuole che una vecchia amica di lei incontri la coppia proprio sul bordo piscina, e così dopo i convenevoli si decide di partire tutti per fare una bella gita fuori porta. Evviva! Il tragitto sul treno è però turbato da pesanti rivelazioni, grazie ad un sapiente flashback veniamo a conoscenza del fatto che lei e l’amica hanno avuto una relazione amorosa in passato, così l’amica, forse ancora innamorata e dunque ferita per la relazione tra la sua amata ed il tipo, o forse perché non c’era altro modo per farla finire in mezzo agli zombi, decide di saltare giù dal treno in corsa. E dove troverà riparo se non nel castello abbandonato in cui riposano (mica tanto) i templari maledetti?
La trama è lineare e scorrevole, ed escludendo alcune forzature come l’arrivo (inutile) dell’amica-zombie nella fabbrica dei manichini, e l’immediata collaborazione del bandito per recarsi al castello, l’ora e venticinque minuti scorrono abbastanza piacevolmente. Gli SFX sono datati ma non si scade nel ridicolo: i templari pur muovendosi al replay incutono un certo timore, e poi De Ossaorio li sa piazzare nel posto giusto al momento giusto, da cardiopalma la scena nell’obitorio.
Discorso a parte per la splendida colonna sonora, devo dire che gli horror e i gialli degli anni '70-'80 hanno delle musiche da paura, in tutti i sensi.
Fino ad oggi la saga dei templari zombie ammonta a quattro episodi.
Da riscoprire.
L’inizio, con il sacrificio di una donzella, mi ha riportato alla mente Riti, magie nere e segrete orge nel trecento (1973) di Polselli, conscio del fatto che di Polselli ce n’è stato solo uno, proseguendo la visione mi accorgo di come questo film non abbia nulla a che fare con quello del maestro.
Superati i primi minuti, che fanno promettere bene date le scudisciate sulle tette, siamo trasportati nel presente, in una assolata località di villeggiatura dove lui e lei (perdonatemi ma ho già scordato i nomi) si godono un po’ di relax. Destino vuole che una vecchia amica di lei incontri la coppia proprio sul bordo piscina, e così dopo i convenevoli si decide di partire tutti per fare una bella gita fuori porta. Evviva! Il tragitto sul treno è però turbato da pesanti rivelazioni, grazie ad un sapiente flashback veniamo a conoscenza del fatto che lei e l’amica hanno avuto una relazione amorosa in passato, così l’amica, forse ancora innamorata e dunque ferita per la relazione tra la sua amata ed il tipo, o forse perché non c’era altro modo per farla finire in mezzo agli zombi, decide di saltare giù dal treno in corsa. E dove troverà riparo se non nel castello abbandonato in cui riposano (mica tanto) i templari maledetti?
La trama è lineare e scorrevole, ed escludendo alcune forzature come l’arrivo (inutile) dell’amica-zombie nella fabbrica dei manichini, e l’immediata collaborazione del bandito per recarsi al castello, l’ora e venticinque minuti scorrono abbastanza piacevolmente. Gli SFX sono datati ma non si scade nel ridicolo: i templari pur muovendosi al replay incutono un certo timore, e poi De Ossaorio li sa piazzare nel posto giusto al momento giusto, da cardiopalma la scena nell’obitorio.
Discorso a parte per la splendida colonna sonora, devo dire che gli horror e i gialli degli anni '70-'80 hanno delle musiche da paura, in tutti i sensi.
Fino ad oggi la saga dei templari zombie ammonta a quattro episodi.
Da riscoprire.
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