giovedì 24 aprile 2008

Incubo sulla città contaminata

Si dice che Danny Boyle si sia ispirato anche a questo film di Lenzi per il suo 28 giorni dopo (2002), Incubo sulla città contaminata ha avuto il merito di introdurre nel cinema horror gli zombi iper-veloci, fino a quel momento (1980) i morti viventi romeriani erano lenti ed anche un po’ stupidi, quelli lenziani invece oltre ad essere scattanti sanno anche maneggiare armi e oggetti contundenti, addirittura fanno saltare in aria l’impianto elettrico dell’intera città.

Non è corretto parlare di zombi per questo film, bensì di contaminati. I primi arrivano nella città a bordo di un misterioso aereo, sono esseri umani che a causa di alcune radiazioni hanno bisogno di sangue umano per sopravvivere. Come in ogni zombi-movie che si rispetti il contagio avviene attraverso un morso o anche un solo graffio.
A parte alcune scene splatter, molto artigianali, ma interessanti (l’asportazione di una tetta, o la testa spappolata di Maria Rosaria Omaggio), il film ha una struttura poco avvincente, con dialoghi assurdi (il giornalista che si mette amabilmente a dialogare con la moglie nel bar mentre fuori c’è il finimondo è da oscar), e personaggi “spessi” come carta velina.

Il finale, poi, con quella scritta “e l’incubo diviene realtà” fa crollare di brutto il mio giudizio.

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