Irlanda 1964.
Margaret è stata stuprata da suo cugino durante un matrimonio, nonostante lei non abbia nessuna colpa la sua famiglia decide di rinchiuderla in una casa della Maddalena.
Bernardette ha ammiccato ad un ragazzo oltre la recinzione del suo collegio, la sua punizione è la lavanderia della Magdalene house.
Rose ha avuto un figlio fuori dal matrimonio, non sto nemmeno a scrivere dove andrà a finire.
Nel capolavoro di Spike Lee, La 25°ora (2002), Edward Norton, nella celeberrima scena del “fuck you”, dice: “In culo alla chiesa che li protegge NON LIBERANDOCI DAL MALE.” La frase è riferita ai preti pedofili, ma quello che più mi preme è la parte che ho scritto in maiuscolo. Paradossalmente un luogo come le case della Maddalena, costruito sui dogmi della cristianità, invece di proteggere dal male, lo cova dentro di sé. Ammettendo che una casa “riabilitativa” per ragazze che hanno avuto rapporti sessuali non prima del matrimonio possa anche essere concepibile seguendo la dottrina cristiana, ciò che fa letteralmente rivoltare l’anima è l’annullamento delle ragazze all’interno della casa dovuto al regime totalitario imposto dalle suore.
La spersonalizzazione delle donne è costituita da piccoli fatti e non da punizioni esemplari, quando una delle ragazze tenta la fuga essa viene rasata in modo che se uscisse di lì sarebbe umiliata e derisa dalla gente. All’interno della casa le Sorelle si divertono in giochetti stupidi come quello di classificare le ragazze in base alla peluria o alla grandezza del seno, non meno importante è il divieto di parlare durante il lavoro in lavanderia che isola maggiormente le giovani.
Questa demolizione psicologica spinge a comportamenti estremi; Bernardette, che non è mai stata con uomo, pur di uscire da quel posto si concede al fattorino che porta la roba sporca nella lavanderia, sperando che la porti via da lì, ma viene scoperta e punita dalla spregevole madre superiore. Quest’ultima è l’incarnazione del demonio sotto un velo, prendete un dizionario e guardate tutti i sinonimi di “stronza”, questa suora li possiede sicuramente tutti.
Se tutto il film merita davvero un’attenta osservazione, ci sono due scene che definirei impedibili.
La prima: tutte le ragazze si stanno recando ad una messa all’aperto, durante il tragitto, sulla cima di una collinetta, Margaret si accuccia per allacciarsi una scarpa quando nota dei strani movimenti oltre la finestra di un palazzo, aguzza lo sguardo e vede Crispina, la ragazza più debole e leggermente ritardata del gruppo, che fa un pompino al prete. Poco dopo, durante la messa, lo stesso prete dice: "Fammi giustizia o Dio e difendi tu la causa contro gente senza pietà, salvami tu dall’uomo ingannatore.”
La seconda: Margaret ha parlato attraverso il cancello con la sorella di Crispina che nel frattempo è stata chiusa in manicomio, siccome è vietato qualsiasi contatto con il mondo esterno, la madre superiore decide di frustrarla per bene. Mentre la sta fustigando a dovere Bernardette entra nello studio annunciando la morte di una delle donne più vecchie della casa, la suora non si volta neanche, accenna gelidamente: “che riposi in pace”, e continua a frustare.
E questa è una storia vera. Roba da pazzi.
Regia volutamente fredda, quasi priva di colonna sonora, esclusa la canzone iniziale che è davvero bella. Grande prova di tutti gli attori, in particolare l’attrice che impersona Crispina, semplicemente strepitosa.
Giù il cappello, questo è un film con la f maiuscola, intenso, alto, penetrante, in una parola: bellissimo.
Margaret è stata stuprata da suo cugino durante un matrimonio, nonostante lei non abbia nessuna colpa la sua famiglia decide di rinchiuderla in una casa della Maddalena.
Bernardette ha ammiccato ad un ragazzo oltre la recinzione del suo collegio, la sua punizione è la lavanderia della Magdalene house.
Rose ha avuto un figlio fuori dal matrimonio, non sto nemmeno a scrivere dove andrà a finire.
Nel capolavoro di Spike Lee, La 25°ora (2002), Edward Norton, nella celeberrima scena del “fuck you”, dice: “In culo alla chiesa che li protegge NON LIBERANDOCI DAL MALE.” La frase è riferita ai preti pedofili, ma quello che più mi preme è la parte che ho scritto in maiuscolo. Paradossalmente un luogo come le case della Maddalena, costruito sui dogmi della cristianità, invece di proteggere dal male, lo cova dentro di sé. Ammettendo che una casa “riabilitativa” per ragazze che hanno avuto rapporti sessuali non prima del matrimonio possa anche essere concepibile seguendo la dottrina cristiana, ciò che fa letteralmente rivoltare l’anima è l’annullamento delle ragazze all’interno della casa dovuto al regime totalitario imposto dalle suore.
La spersonalizzazione delle donne è costituita da piccoli fatti e non da punizioni esemplari, quando una delle ragazze tenta la fuga essa viene rasata in modo che se uscisse di lì sarebbe umiliata e derisa dalla gente. All’interno della casa le Sorelle si divertono in giochetti stupidi come quello di classificare le ragazze in base alla peluria o alla grandezza del seno, non meno importante è il divieto di parlare durante il lavoro in lavanderia che isola maggiormente le giovani.
Questa demolizione psicologica spinge a comportamenti estremi; Bernardette, che non è mai stata con uomo, pur di uscire da quel posto si concede al fattorino che porta la roba sporca nella lavanderia, sperando che la porti via da lì, ma viene scoperta e punita dalla spregevole madre superiore. Quest’ultima è l’incarnazione del demonio sotto un velo, prendete un dizionario e guardate tutti i sinonimi di “stronza”, questa suora li possiede sicuramente tutti.
Se tutto il film merita davvero un’attenta osservazione, ci sono due scene che definirei impedibili.
La prima: tutte le ragazze si stanno recando ad una messa all’aperto, durante il tragitto, sulla cima di una collinetta, Margaret si accuccia per allacciarsi una scarpa quando nota dei strani movimenti oltre la finestra di un palazzo, aguzza lo sguardo e vede Crispina, la ragazza più debole e leggermente ritardata del gruppo, che fa un pompino al prete. Poco dopo, durante la messa, lo stesso prete dice: "Fammi giustizia o Dio e difendi tu la causa contro gente senza pietà, salvami tu dall’uomo ingannatore.”
La seconda: Margaret ha parlato attraverso il cancello con la sorella di Crispina che nel frattempo è stata chiusa in manicomio, siccome è vietato qualsiasi contatto con il mondo esterno, la madre superiore decide di frustrarla per bene. Mentre la sta fustigando a dovere Bernardette entra nello studio annunciando la morte di una delle donne più vecchie della casa, la suora non si volta neanche, accenna gelidamente: “che riposi in pace”, e continua a frustare.
E questa è una storia vera. Roba da pazzi.
Regia volutamente fredda, quasi priva di colonna sonora, esclusa la canzone iniziale che è davvero bella. Grande prova di tutti gli attori, in particolare l’attrice che impersona Crispina, semplicemente strepitosa.
Giù il cappello, questo è un film con la f maiuscola, intenso, alto, penetrante, in una parola: bellissimo.
Se non leggevo questo blog non avrei mai scoperto questo film, quindi prima di tutto ti ringrazio.
RispondiEliminaRiguardo al film è di una violenza psicologica incredibile, a tratti mi ha traumatizzato, l'occhio della macchina da presa è estremamente realistico e crudele, mi ha ricordato lo stile di Von Trier (anche se lui è più confusionario) soprattutto nel modo in cui viene accentuato l'estremismo psicologico che matura nei personaggi. La storia ha sicuramente delle forzature ma sono giustamente delineate e finalizzate, il male è rappresentato nella sua totalità senza riserve delicate e preliminari inutili, la frusta nella scena finale arriva immediatamente nello schermo non c'è migliore sconvolgimento visivo per rappresantare l'idea di un gesto talmente insulso e orribile. Un film coraggioso, viscerale e toccante. Da vedere assolutamente.
Io l'ho scoperto per caso.Cercavo qualcosa sulla religione, che, pur essendo ateo, mi affascina molto.
RispondiEliminaE sono contento che ti sia piaciuto così come è successo a me, è un film che ti entra sotto pelle come pochi altri, fosse solo Mare dentro mi ha rivoltato e sconbussolato più di questo.
Meraviglioso.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCredo non ci sia nulla da dire, bisogna solo guardarlo.
RispondiEliminaAnche se ti consiglio il documentario da cui è tratto il film (Sex in a cold climate). Ho dovuto lottare con me stessa per non farmi uscire le lacrime.
Posso solo riportare le parole di una "detenuta" in una casa maddalena:
Continuo a credere in Dio, ma non nella chiesa. Non voglio una cerimonia religiosa quando muoio, non l'ho voluta nemmeno quando mi sono sposata. Mi definisco cristiana, non cattolica. Devo credere. Perché chi ci ha rubato la vita non deve trovare il paradiso.
Mary Norris
Il documentario che dici è distribuito col dvd vero? (magari me lo sono sognato)...
RispondiEliminaNo no, te lo sei sognato XD
RispondiEliminaE' un documentario girato per la tv nel '98. Il regista lo vide per sbaglio e ne fece un film, ovviamente informandosi meglio e recuperando altro materiale.
Io lo scaricai da emule, e l'ho guardato in lingua originale. Anche se l'inglese parlato non è quello di cambridge si comprende appieno.
Però, proprio perchè sei tu, te l'ho trovato in streaming sub ita.
http://video.google.it/videoplay?docid=-1732953937770017672#
Basta solo non chiedersi perchè i video correlati mostrino deflorazioni a iosa.
(che donna fine che sono XD )
La storia di Christina (che poi nel film è riconducibile a Margaret) è così straziante che quando vidi il documentario mi venne voglia quasi di abbracciare il monitor...
Acciderbolina, appena ho schiacciato play mi son detto "ehi, l'ho già vista questa immagine in b/n!", sì, devo aver visto parte di questo documentario in passato e cmq in parte non me lo ero sognato, il dvd inglese o americano (boh) ha come extra Sex in a Cold Climate (http://www.ew.com/ew/article/0,,605049,00.html) e mi sa che io ero arrivato al doc con questo passaggio.
RispondiEliminaAh, bella storia questa dei video correlati :D
RispondiElimina