giovedì 29 novembre 2007

Simbiosi


La situazione è molto seria.
Esattamente due anni fa, quando ancora il computer era per me una scatola di plastica, passavo le serate leggendo, guardando la tv o ascoltando la radio. L’arrivo del pc ha monopolizzato la mia vita casalinga.
Mi capita spesso che rincasando, dopo essere entrato, e aver svolto alcune semplici azioni come togliermi la giacca o lavarmi le mani, mi reco in camera e con stupore noto che il computer è già avviato. Non l’ho dimenticato acceso quando sono uscito, semplicemente ho pigiato il tasto rientrando, e siccome è diventata un’azione così naturale, come appunto togliermi la giacca o lavarmi le mani, l’ho subito dimenticata.
Una convivenza così stretta con il pc può portare indubbiamente dei benefici; internet è una finestra sul mondo che permette di interagire con persone lontane geograficamente con cui poter scambiare opinioni e punti di vista. L’interazione, che ho provato, e sto piacevolmente provando tutt’ora, su alcuni forum e/o blog vari, con altri utenti, ha accresciuto la mia cultura, che presentava, e presenta, enormi lacune. Lo scambio di idee, e il rapportarsi con persone su un livello diverso dal nostro, sono alla base della crescita e della formazione di una persona. La rete dunque ci offre un’occasione immensa, mai prima d’ora l’uomo ha avuto tale possibilità.
Ma c’è un rovescio della medaglia che mi spaventa molto.
Sto provando sulla mia pelle che internet provoca dipendenza, ogni giorno frequento gli stessi siti eppure non mi annoio mai. La situazione è quasi comica poco prima di andare a dormire, mi prefisso sempre ancora pochi minuti di navigazione, giusto il tempo di dare una sbirciatina a quella cosa là o a quella cosa lì, ma inevitabilmente i minuti diventano ore.
Ahimè, la dipendenza ha una naturale e terribile conseguenza: l’alienazione. Può sembrare eccessivo ma è così. In questi giorni mia madre è stata operata ad una gamba, per cui è immobile nel letto e dipende totalmente da me e mio padre. Lei è sempre stata una donna attiva, che ama conversare anche delle cose più futili. Cosa mi costerebbe staccarmi da questo schermo e fare due chiacchiere con lei per farle un po' di compagnia? Assolutamente nulla, eppure non lo faccio.
Trovo che la rete apra orizzonti infiniti per l’uomo, ma rischia di appiattire i rapporti umani con i nostri cari che consideriamo troppo ovvi e scontati.
Così come Cronenberg aveva fatto in Videodrome con la pistola di James Woods, mi capita di pensare che il computer stia entrando a far parte di me. Che la tastiera stia diventando una protesi naturale delle mie mani.
Come dicevo, la situazione è molto seria.

1 commento:

  1. Sì la situazione è molto seria.
    Ho visto Videodrome qualche giorno fa anche se non tutto ed ero rimasta impressionata di quanto fosse innovativo il film.
    Chissà qual è davvero la nuova carne? Sarà davvero quella di liberarci per sempre di questa carne che si sta metallizzando?
    Il finale del film poi sembra quasi non lasciare speranza.
    Però forse l'unica speranza è di riappropriarsi di piccoli gesti.
    Adesso che scrivo poi non posso dire di essere libera completamente però voglio mantenere il controllo e non far sì che i cavi dei computer sostituiscano le mie vene e arterie.

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