Uno rientrava sempre tardi dal lavoro.
Altra lo aspettava sempre a letto, mai da sola.
Anche quella sera Uno arrivò per le nove e mezza, posò la ventiquattro ore sulla sedia nell'ingresso e tese l'orecchio in direzione della camera da letto.
Sì. Molto bene. Non aveva dubbi, qualche ombra si stava facendo sua moglie. Si sedette in cucina e cominciò a cenare. Ringraziò il cielo di avere una moglie così premurosa che gli lasciava la cena in caldo, poi si accese una sigaretta e cominciò ad aspettare.
L'ombra non si fece attendere molto, arrivò in cucina con i jeans ancora sbottonati e i capelli arruffati, alla vista di Uno si inchiodò sulla porta:
"M-Mi scusi, non sapevo, m-ma lei chi è?"
"Non ti preoccupare caro ragazzo, sono il marito della donna con cui hai appena fatto sesso."
"Oddio mi perdoni, è stata sua moglie ad insistere di salire qua, giuro che io non sono il tipo, sono un bravo ragazzo, sa lavoro duramente...mio Dio che figura...sono mortificato..."
"Non c'è problema mio giovane amico." Sorriso a trentadue denti.
"Allora io toglierei il disturbo se permette..."
"Ma certo caro, e torna quando vuoi." Uno sputò il fumo della sigaretta fuori e aggiunse: "Se mai ci riuscirai..."
"Come scusi?"
Un coltello schizzò dalle mani di Uno e andò a conficcarsi tra le soppracciglia del ragazzo.
Altra arrivò in quel momento avvolta da una vestaglia sbirluccicante:
"Sei uno stronzo, questo mi piaceva!"
"A me no. Ha scaricato subito la colpa su di te, odio questo tipo di persone, non sanno prendersi le proprie responsabilità."
"Sì vabbè almeno a lui si rizzava..."
"Ancora con questa storia? Lo sai che ho i miei problemi..."
Altra, che fino a quel momento era stata in piedi sulla porta, fece un balzo per superare il morto per terra, non avrebbe mai voluto sporcare di sangue le sue pantofole peluchose, si sedette di fronte al marito e si accese una sigaretta:
"Allora caro come è andato il lavoro?"
"Bene amore mio. Bene."
Altra lo aspettava sempre a letto, mai da sola.
Anche quella sera Uno arrivò per le nove e mezza, posò la ventiquattro ore sulla sedia nell'ingresso e tese l'orecchio in direzione della camera da letto.
Sì. Molto bene. Non aveva dubbi, qualche ombra si stava facendo sua moglie. Si sedette in cucina e cominciò a cenare. Ringraziò il cielo di avere una moglie così premurosa che gli lasciava la cena in caldo, poi si accese una sigaretta e cominciò ad aspettare.
L'ombra non si fece attendere molto, arrivò in cucina con i jeans ancora sbottonati e i capelli arruffati, alla vista di Uno si inchiodò sulla porta:
"M-Mi scusi, non sapevo, m-ma lei chi è?"
"Non ti preoccupare caro ragazzo, sono il marito della donna con cui hai appena fatto sesso."
"Oddio mi perdoni, è stata sua moglie ad insistere di salire qua, giuro che io non sono il tipo, sono un bravo ragazzo, sa lavoro duramente...mio Dio che figura...sono mortificato..."
"Non c'è problema mio giovane amico." Sorriso a trentadue denti.
"Allora io toglierei il disturbo se permette..."
"Ma certo caro, e torna quando vuoi." Uno sputò il fumo della sigaretta fuori e aggiunse: "Se mai ci riuscirai..."
"Come scusi?"
Un coltello schizzò dalle mani di Uno e andò a conficcarsi tra le soppracciglia del ragazzo.
Altra arrivò in quel momento avvolta da una vestaglia sbirluccicante:
"Sei uno stronzo, questo mi piaceva!"
"A me no. Ha scaricato subito la colpa su di te, odio questo tipo di persone, non sanno prendersi le proprie responsabilità."
"Sì vabbè almeno a lui si rizzava..."
"Ancora con questa storia? Lo sai che ho i miei problemi..."
Altra, che fino a quel momento era stata in piedi sulla porta, fece un balzo per superare il morto per terra, non avrebbe mai voluto sporcare di sangue le sue pantofole peluchose, si sedette di fronte al marito e si accese una sigaretta:
"Allora caro come è andato il lavoro?"
"Bene amore mio. Bene."
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