Era seduta sull'autobus di fronte a me, teneva in braccio il suo bimbo che vestito d'oro pareva una stellina.
E lo abbracciava, baciava, accarezzava. Lo stringeva a se perché era suo e di nessun altro. Ed era felice.
Allora ho guardato il resto dell'autobus, stipato di anime erranti perse nei loro pensieri neri come i cappotti che indossavano, me compreso.
La madre e suo figlio erano incuranti di questo, sembravano avvolti da un'aura magica. Loro due non erano lì, su quell'autobus.
Mentre si avvicinava la mia fermata una signora anziana mi ha chiesto se scendevo alla prossima. Le ho risposto di sì.
Ma prima ho fatto un bel sorriso.
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