Adoro la cultura orientale.
Le due cose (in alcuni casi) vanno di pari passo.
Il regista di Ichi the Killer è quel Takashi Miike che forse conoscerete per l'episodio Imprint nella prima stagione di Masters of Horror. Non sto a dirvi che quell'episodio, insieme a quello di Argento, è il migliore della serie, forse il migliore in assoluto.
Quindi se avete visto Imprint, forse avrete idea di cosa vi aspetta se vi apprestate a vedere questo Ichi the Killer.
Scordatevi la lentezza di Audition (1999), aumentate in maniera esponenziale le scene splatterose di Imprint, immaginatevi un ritmo forsennato alla Oldboy (2003) e avrete il film in questione.
Eccessivo come solo in oriente sanno essere.
Il film racconta le gesta di Ichi, un killer psicotico strumentalizzato da alcuni individui a scopo di lucro (uno dei tre credo che sia il regista di Tetsuo, 1989, ma non ne sono sicuro). Quando Ichi ucciderà un boss della Yakuza saranno cazzi amari.
Il bel faccino del tizio che vedete qui sopra non è Ichi, ma un mafioso, amico del boss ucciso con cui si divertiva in giochetti sado-maso.
Il vero protagonista del film è lui, ossessionato dal dolore, brama di incontare Ichi convinto che possa dargli quel piacere, sotto forma di sofferenza, che solo il boss era riuscito a dargli.
Scena cult: vedete quei piercing che luccicano agli angoli delle labbra? Bene. Quando se li toglie la sua bocca si allarga a dismisura. Pensate cosa può accadere se un tipo gli tira un pugno in faccia e lui apre la bocca...
Totalmente folle.
Grazie per avermi fatto conoscere Ichi the killer. La mia vita, dopo la visione del film, non è più la stessa ;)
RispondiEliminaComplimenti per il blog!Ti seguirò senz'altro :)
Uelà Manda! Sono io il "responsabile"? Ne vado fiero, allora. :D Anche se non ricordo esatammente in quale occasione io ne abbia parlato, sarà sul forum immagino...
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, e non leggere troppo le cose vecchie che ho scritto (come questa) perché, per dirla in francese, fanno cagare.
A risentirci!!
Si, sei stato tu a farmi diventare un deviato mentale;) i miei amici ancora si chiedono come possa vedere un film del genere...e proprio per questo mi trovo bene in questo covo :D
RispondiEliminaComunque, dato che hai fatto nascere in me la curiosità verso la cultura giappo( hai visto che influenza hai su di me?? :D) conosci altri film del genere?
..e per la cronoca: scrivi davvero bene; farò pubblicità al tuo blog ;)
Eeeeh, la cinematografia orientale si apre su mondi veramente sconfinati. Oltre a Miike, che comunque ha una filmografia sterminata e che solo per lui ci si potrebbe stare dietro mesi e mesi, c'è un altro giapponese che secondo me è grande: Shinya Tsukamoto. Se ti piace il ritmo frenetico lo apprezzerai di sicuro, il suo Tetsuo è un vero e proprio incubo su pellicola. (oh, poi magari l'hai già visto e le mie parole sono inutili :)).
RispondiEliminaAnche la Corea ha i suoi autori: Park Chan-wook, Kim Ki-duk o Bong Joon-ho sono tutti grandissimi. Diversi, tra loro, per contenuti e tecnica, ma assolutamente affascinanti.
In ogni caso se vuoi veramente che si spalanchino le porte della conoscenza, ti consiglio di farti un giro su Asian World. Loro ne sanno a pacchi sull'oriente!
Grazie per la pubblcità, è sempre ben accetta :D
Capolavoro! ... anche se probabilmente troppo poco appetibile per il pubblico occidentale, come molti altri omologhi nipponici.
RispondiElimina2007...
RispondiEliminail mio primo (indegno) commento cinematografico su questo blog. Il tempo, è un killer.