lunedì 22 maggio 2023

Carne

Tra la suora e Gesù Cristo spunta un terzo incomodo.

Continua a non convincermi il cinema di Carlos Conceição, non ce l’ha fatta con i due esemplari più recenti Versailles (2013) e Bad Bunny (2017), non poteva farcela neanche con un lavoro degli esordi quale Carne (2010) è. Per iniziare il contorno estetico, almeno quando l’azione si svolge nell’edificio fatiscente, sa molto di soap opera in costume, di quelle dozzinali che vanno in onda al pomeriggio per le casalinghe, non so se sia stata una mossa voluta dal regista per poi sconfessare tale percezione con una cappa pruriginosa, ma tant’è questa proiezione fortemente impostata (anche le musiche di stampo classico amplificano ciò) e ostentatamente recitata l’ho parecchio patita, non è roba che fa per me, e purtroppo un’impostazione così improntata alla finzione mi deprezza anche tutta la portata semantica del corto. Che poi, detto fuori dai denti, spero proprio che il principale obiettivo di Conceição non fosse l’impatto da sexploitation di una monaca che si appresta a spompinare un tipo conosciuto in un bar, i tempi di Jess Franco e compagnia bella sono passati da mo’, però è innegabile che vi sia un voler fare leva sul contrasto tra la dimensione sacra e spirituale con l’antitesi profana e carnale, al solito sono le modalità a decidere il possibile apprezzamento: non riesco ad accontentarmi di una messa in scena evidente ed in priamo piano quando si mira alla trascendenza, e che passi attraverso il peccato poco importa, gli stati soprasensibili possono manifestarsi in maniera proteiforme. 

Nulla ha aggiunto inoltre lo scompaginamento temporale delle sequenze (prima la “punizione”, dopo il “tradimento”), men che meno i palesi riflessi di una religiosità che oltre a palesarsi nei ruoli dei protagonisti vengono ulteriormente spiattellati con la lettura di alcuni stralci biblici. Che lei sia La Donna-Eva, che lui divenga L’uomo-Adamo, che rimangano figure ancorate alla religione, che se ne sgancino o che il Salvatore ceda alla tentazione (non c’è il serpente ma una pioggia di mele, unico frangente dove si smuove un minimo la situazione) francamente sono aspetti nell’area dei significati che, esposti così, comportano al massimo qualche blando sbadiglio. No davvero, con Conceição non trovo un punto di incontro, i suoi colleghi portoghesi non sono certo degli avanguardisti però hanno trovato una chiave, un taglio della narrazione che riesce a non pesarmi. Boh, vedremo magari il lungometraggio d’esordio Serpentarius (2019) se avrà di meglio da proferire, qui concludo segnalando che la suora è interpretata da Anabela Moreira mentre Gesù da Carloto Cotta, entrambi si ritroveranno anni dopo sul set di Diamantino - Il calciatore più forte del mondo (2018).      

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