venerdì 13 novembre 2020

May We Sleep Soundly

Anche se nessuno lo aspettava, ecco un riassunto delle puntate precedenti su Denis Côté:

No. Non granché bene negli ultimi anni il canadese. E May We Sleep Soundly (2015)? (che poi la traduzione in italiano del titolo francese, Que nous nous assoupissions, non combacia perfettamente con la traduzione dall’inglese), be’, parliamo di un mini esperimento low, ma davvero low budget che indubbiamente ci ricorda la voglia che ha Côté nel non recintarsi in un cinemino autoreferenziale, sebbene comunque, anche in un lavoro dove si gira al di sotto del minimo, ci potrebbero essere dei tratti unificanti con altri suoi film, in particolare quelli del passato perché ancora una volta abbiamo un ambiente innevato con degli esseri umani che lo abitano (alla fine Curling [2010] rimane l’opera con cui si fanno più rimandi/paragoni, un motivo ci sarà) e la decisa tendenza a sottrarre, a levare, in quest’ottica il concetto si estremizza, tolta la finzione non ci sarebbe più narrazione canonica. Il condizionale è d’obbligo ma non è così male pensare ad un Côté che rompe la dimensione diegetica per entrare fisicamente nel film, del resto tutto il corto è un POV dove è evidente la volontà di far provenire le immagini sullo schermo più da un paio di occhi che da una videocamera, movimenti repentini simili a delle torsioni del collo e il sonoro che forse addirittura accentua il rumore dei passi sulla neve, sono indizi che gridano la corporeità della fonte visiva. L’idea che sia Côté stesso ad essersi infiltrato nelle maglie della settima arte è un’eventualità meta che stuzzica, ciò non dà comunque certezze sul perché gli abitanti della casa ronfino neanche fossero la corte della bella addormentata, ci restano, ancora, delle ipotesi: forse è che, al pari di Les lignes ennemies (2010) dove i soldati combattevano un nemico invisibile, in una ardita traslazione anche Côté è invisibile ai residenti dormienti (ma non agli animali)? O forse non ha oltrepassato totalmente la membrana della pellicola ed è rimasto in un limbo di increatività dove i suoi personaggi riposano in attesa di essere chiamati? O ancora, non è che, senza fare voli esegetico-pindarici, voleva soltanto realizzare un silenzioso blitz in prima persona dai toni mistery? Ah caro Côté, sono conscio del fatto che non sapremo mai cosa ti è passato per la testa, lasciaci almeno divertire con questi crucci post-visione.

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