martedì 8 settembre 2020

Casa Manuel Vieira

Júlio Alves, uno dei tanti nomi che compongono il ricco panorama portoghese, ci porta nella casa-installazione di Manuel João Vieira. E chi sarà mai costui? Ecco, nel cuore del cortometraggio è incisa questa domanda che sembra rivolgersi più agli spettatori extra-lusitani che ai connazionali del regista, non a caso gli unici esseri umani che vediamo sullo schermo non conoscono affatto Manuel (il giovane turista brasiliano) o lo conoscono poco nonostante la prossimità abitativa (la vicina di casa italiana), in pratica è come se Alves fornisse un’impersonificazione alla nostra curiosità attraverso i due individui appena citati, non è comunque abbastanza perché Casa Manuel Vieira (2013) rifacendosi ad un cinema del reale che in Portogallo vanta fior di esponenti, dribbla la testimonianza per rifugiarsi in spazi visivi di contemplazione, minimi ed inessenziali, in cui però riceviamo informazioni di un certo rilievo: Vieira è stato ed è molte cose, un pittore, un musicista, un comico, un attore (risulta nel cast di Filme do Desassossego, 2010), un politico e chissà che altro. L’unico espediente che forza il canale trasmissivo è dato dall’elemento che tra l’altro rompe l’atmosfera documentaristica, ovvero vecchie registrazioni televisive con Vieira protagonista che “disturbano” il silenzio della dimora, sarebbe solo da capire se l’accessorio catodico sia un’idea di Alves o faccia davvero parte dell’alloggio, e vista l’estrosità dell’artista non ci sarebbe da stupirsi.

Chi scrive potrebbe sbagliarsi ma l’impressione generale è che la casa immortalata dove Vieira mangia, dorme e sopratutto crea sia più che altro un piccolo museo di sé, un luogo di possibile celebrazione (d’altronde pare sia aperto ai visitatori...). Il motivo per cui Alves abbia deciso di concentrarsi su un personaggio del genere non è di dominio pubblico, almeno non per noi stranieri, mentre lo è sicuramente per chi sta all’ombra della bandiera verderossa, la speranza, diciamo, è che Vieira si sia meritato le attenzioni di Alves. Che cosa ci guadagna il cinema, e di conseguenza chi ne fruisce, con Casa Manuel Vieira? Non troppo perché il valore dell’opera non spicca per la forma, comunque stimabile, e nemmeno troppo poco perché sul versante del contenuto, quando un film ci fa conoscere qualcosa che ignoravamo, anche se si tratta solo di un assaggio, direzionarvi lo sguardo può essere una buona azione.

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