La vita molle; al pari di Whisky (2004)
il primo film del duo uruguayano Rebella & Stoll si prefigge
l’obiettivo di inscenare la monotonia di un’esistenza che qui
diventa triplice, poiché tre sono i protagonisti e tre i relativi
sguardi, ma in fin dei conti ci troviamo di fronte una singola vita
raccontata nello spazio di un singolo giorno dove si affastellano
cronache ordinarie, eventi inessenziali, parentesi tragicomiche,
accenti bizzarri. La coniugazione di queste varie facce, lo si
capisce immediatamente, è felice fusione tanto che per parlare
di 25 Watts (2001) non si può che abbondare di aggettivi di grado
positivo: è un film delizioso, percorso da striature comiche di
affilata fattura alle quali si riconduce uno stuolo di macchiette
che tonificano reiteratamente una narrazione amabilmente episodica,
inaspettatamente integra, avvolta con un filo conduttore dal mesto
sapore che non lesina sprazzi di follia e assurdità latente: l’ex
guardia ora portapizze che sente le voci nella sua testa, il vicino
di casa un po’ scemo, gli amici del fratello di Seba, il
responsabile della videoteca, gli esempi si sprecano e qui non si
proseguirà il mero elenco, semplicemente nell’equilibrio filmico i
personaggi(ni) che si avvicendano e che, in fondo, poco hanno a che
fare con i tre ragazzi, sono vivi (oltre che divertenti), e
meglio di così non si poteva chiedere.
Il vero, o uguale divertimento, è però
quello che la coppia alla regia immette nel girare, 25 Watts è
infatti disseminato di allietanti tic tecnici che conferiscono
un’altra qualità al film: l’effervescenza. Perché l’opera in
questione, quando vuole, sa lambire l’originalità per merito di un
taglia e cuci che diegetizza le ellissi temporali (lo scemotto che
fuma l’erba: esilarante), materializza sia il ricordo (bellissimo
quello in cui i due amici discutono su un videogioco e nella scena
dopo vediamo da sotto il letto i piedi a penzoloni di due bambini che
parlano dello stesso argomento) che il pensiero (le cogitazioni off),
inoltre ad arricchire la portata ci pensano piccoli dettagli la cui
vacuità non tocca minimamente, assistere ad una ricerca formale
(nulla di seminale certo, ma solo che il bianco e nero ci dice
dell’altro rispetto al colore) intarsiata da trovate come la
“soggettiva” di un disco che gira sul piatto, o di un bicchiere
che posto tra la mdp e il soggetto ripreso diventa una lente per
osservarne la sua caduta, è, per lo spettatore, umanamente piacevole
anche perché tali manifestazioni d’estro suscitano quell’empatia
che si genera di fronte ad un professionista appassionato del e nel
suo lavoro. Sicuramente Juan Pablo Rebella e Pablo Stoll con il loro
piccolo debutto (tra l’altro molto premiato come accadrà per il
film successivo) in fatto di passione (soprattutto verso il cinema)
non si sono risparmiati.
avevo provato a guardarlo, ma mi sono arreso, perché è uno spagnolo davvero difficile, ho trovato i sottotitoli e lo guardo di sicuro, dalle tue parole sembra ancora meglio di quello che pensavo
RispondiEliminaè un gioiellino Ismaele, fidati!
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