Film corale ambientato a Napoli dove l’organizzazione di un concerto si intreccia con la vita delle persone che in un modo o nell’altro ne prendono parte.
Poco da dire, la terza pellicola di Piscicelli è parecchio bruttina. Già l’aspetto visivo non è particolarmente significativo visto che Blues metropolitano (1985) si avvicina molto ad una fiction televisiva toccandone anche l’essenza, inoltre è palese una certa superficialità nell’illustrare gli spaccati esistenziali dei vari personaggi che costituiscono le note monocorde di uno spartito abbastanza piatto. La commedia leggera sarebbe anche accettabile se non fosse puntellata da picchi di drammaticità (i tipi che si fanno di eroina) fuori sincrono.
Evidenti le stonature con Ida Di Benedetto che insulta la figlia dandole della puttana dopo averla pizzicata a letto con il playboy di turno Tony Tarallo (lol) nel segmento più imbarazzante del film. Alcuni personaggi toccano il puro macchiettismo, altri si connotano almeno di qualche spunto in grado di divertire, vedi il fratello gay.
Poi c’è il discorso musicale; perché il film è intriso di musica, anche la più disparata, dall’apertura con Pino Daniele fino alla sua conclusione. Le melodie, infatti, accompagnano in sottofondo tutte le scenette che compongono l’opera. Forse da questo punto di vista la pellicola può essere osservata sotto una luce diversa, ma poco m’importa onestamente.
Nel cast anche Barbara d’Urso (ebbene sì) e Marina Suma.
Poco da dire, la terza pellicola di Piscicelli è parecchio bruttina. Già l’aspetto visivo non è particolarmente significativo visto che Blues metropolitano (1985) si avvicina molto ad una fiction televisiva toccandone anche l’essenza, inoltre è palese una certa superficialità nell’illustrare gli spaccati esistenziali dei vari personaggi che costituiscono le note monocorde di uno spartito abbastanza piatto. La commedia leggera sarebbe anche accettabile se non fosse puntellata da picchi di drammaticità (i tipi che si fanno di eroina) fuori sincrono.
Evidenti le stonature con Ida Di Benedetto che insulta la figlia dandole della puttana dopo averla pizzicata a letto con il playboy di turno Tony Tarallo (lol) nel segmento più imbarazzante del film. Alcuni personaggi toccano il puro macchiettismo, altri si connotano almeno di qualche spunto in grado di divertire, vedi il fratello gay.
Poi c’è il discorso musicale; perché il film è intriso di musica, anche la più disparata, dall’apertura con Pino Daniele fino alla sua conclusione. Le melodie, infatti, accompagnano in sottofondo tutte le scenette che compongono l’opera. Forse da questo punto di vista la pellicola può essere osservata sotto una luce diversa, ma poco m’importa onestamente.
Nel cast anche Barbara d’Urso (ebbene sì) e Marina Suma.
il primo piscicelli non lo reggo proprio, e un motivo in più per evitarlo è sapere che in questo film fa persino coppia con pino daniele!
RispondiEliminaforse un motivo per vederlo è la presenza dell'ex bonazza marina suma, ma anche dal tuo commento capisco che questo me lo posso pure risparmiare...
Io temo di essere stato fuorviato da Il corpo dell'anima che mi piacque molto. Il resto che ho visto del regista non mi ha entusiasmato, e dopo Alla fine della notte (anch'esso nulla di che a mio avviso), dedicherò la mia attenzione altrove.
RispondiEliminaquoto in pieno.
RispondiEliminaIl corpo dell'anima l'avevo parecchio gradito anch'io, Immacolata e Concetto pure, ma sia con questo qua che con Baby Gang non sono riuscito ad arrivare oltre la prima mezzora.
A Einzì, mi sto preoccupando molto perché io e te abbiamo visto in generale praticamente gli stessi film. E non è che stiamo parlando di Kubrick o Hitchcock, cioè Piscicelli... vedessi mai che abbiamo qualche parentela? :D
RispondiElimina