“Ooooh Melchy non mi scassare eh!! Ci sei voluto venire te qua, ci sono delle tipe con delle tette così grosse che ci spremono i meloni, pfui, sei un pirla, ti sei fatto imbarcare da quei persiani, e ora guarda dove siamo, nel deserto…”
“Io coi gatti persiani nun ce parlo, nun me chiamo mica Baldassare che c’ha il cervello fumato come na ciminiera!”
“Ragazzi volete un po’ d’incenso?”
“Idiota intendevo i persiani come il pop…ma…cosa c’è lassù in cielo?”
I tre magi osservano la stella cometa che solca il firmamento.
“Io vedo una striscia gialla che si muove nel cielo, ma tenete conto che sono gonfio come un pallone.”
“La vedo anche io Baldas, e se la seguissimo? Magari è di buon auspicio…”
“Se vabbé mo semo dei predestinati…”
La stella scompare oltre l’’orizzonte.
“Io andrei, magari c’è della roba buona laggiù!”
“Io ti seguo Baldas.”
“Chevvedevodì…nnamo va…”
Giunti alla capanna i magi si nascondono dietro a delle balle di fieno.
“Cosa vedi Melchy?”
“Allora ce sta n’asino, un bue, na tipa e un tipo, e forse na creatura, boh!”
“Com’è la tipa? Buona?”
“Zitti! O ci scopriranno, dobbiamo studiare un piano…”
“Io c’ho n’idea. Mo entro e tajo i cojoni der bue, come la pubblicità co l’attore de Hollywood…”
“Ma non dire cazzate, piuttosto direi che dobbiamo inventarci qualcosa per passare la notte lì, con 'sto freddo geliamo se no!”
“Sì ma cosa gli diamo in cambio? Io ho solo dell’incenso…”
Gasparre e Melchiorre si guardano sorridendo.
“Tu Melchy cosa hai dietro?”
“Beh c’ho un po’ de sordi, siccome m’aspettatavo na bella seratina avevo rotto er sarvadanaio…”
“Perfetto! Tu porti l’oro, e Baldas dona l’incenso. Ci faranno entrare sicuro”
“Sì bello…però poco se no io come faccio? E poi te Gaspa cosa gli regali?”
“Io? Beh…la mirra”
I tre magi decidono di bussare alla capanna quando Melchiorre ferma Gasparre: ”A Gaspà te posso fa' na domanda?”
“Certo!”
“Ma la mirra…che cazzo è?”
“Io coi gatti persiani nun ce parlo, nun me chiamo mica Baldassare che c’ha il cervello fumato come na ciminiera!”
“Ragazzi volete un po’ d’incenso?”
“Idiota intendevo i persiani come il pop…ma…cosa c’è lassù in cielo?”
I tre magi osservano la stella cometa che solca il firmamento.
“Io vedo una striscia gialla che si muove nel cielo, ma tenete conto che sono gonfio come un pallone.”
“La vedo anche io Baldas, e se la seguissimo? Magari è di buon auspicio…”
“Se vabbé mo semo dei predestinati…”
La stella scompare oltre l’’orizzonte.
“Io andrei, magari c’è della roba buona laggiù!”
“Io ti seguo Baldas.”
“Chevvedevodì…nnamo va…”
Giunti alla capanna i magi si nascondono dietro a delle balle di fieno.
“Cosa vedi Melchy?”
“Allora ce sta n’asino, un bue, na tipa e un tipo, e forse na creatura, boh!”
“Com’è la tipa? Buona?”
“Zitti! O ci scopriranno, dobbiamo studiare un piano…”
“Io c’ho n’idea. Mo entro e tajo i cojoni der bue, come la pubblicità co l’attore de Hollywood…”
“Ma non dire cazzate, piuttosto direi che dobbiamo inventarci qualcosa per passare la notte lì, con 'sto freddo geliamo se no!”
“Sì ma cosa gli diamo in cambio? Io ho solo dell’incenso…”
Gasparre e Melchiorre si guardano sorridendo.
“Tu Melchy cosa hai dietro?”
“Beh c’ho un po’ de sordi, siccome m’aspettatavo na bella seratina avevo rotto er sarvadanaio…”
“Perfetto! Tu porti l’oro, e Baldas dona l’incenso. Ci faranno entrare sicuro”
“Sì bello…però poco se no io come faccio? E poi te Gaspa cosa gli regali?”
“Io? Beh…la mirra”
I tre magi decidono di bussare alla capanna quando Melchiorre ferma Gasparre: ”A Gaspà te posso fa' na domanda?”
“Certo!”
“Ma la mirra…che cazzo è?”
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