Alla veneranda età di 96 anni Caterina De Sianis aspettava solamente che la Morte venisse a prenderla.
Poco più alta di un metro, ingobbita e quasi calva, si spostava tra le camere della sua casa come un piccolo fantasma silenzioso. Si nutriva di funghi che crescevano nella cassetta del bagno, sapevano di sale, a volte riusciva a prenderli anche da sotto la tappezzeria, ma più il tempo passava e meno forza aveva per strapparla dalle pareti. Ogni notte sperava che la Morte venisse a prenderla, e la notte in cui vide delle luci nel corridoio pensò che fosse giunto il momento. Nell’oscurità riuscì a scorgere una sagoma nera imponente, Lei era arrivata.
“Finalmente sei giunta, portami via con te, voglio lasciare questo mondo per sempre….”
Lei, che intanto accarezzava la sua falce rispose: “Non sono qui per te…”
Le luci nel corridoio si facevano più frenetiche, schizzavano da una parete all’altra, sembravano avvicinarsi alla camera da letto.
Caterina vide sulla soglia un uomo con un berretto di lana in testa e una torcia in mano, il fascio di luce di quest’ultima si abbassò lentamente dal soffitto fino ad illuminare il volto di Lei. L’uomo emise un grido e cadde a terra.
“Ero qui per lui.”
“Finalmente sei giunta, portami via con te, voglio lasciare questo mondo per sempre….”
Lei, che intanto accarezzava la sua falce rispose: “Non sono qui per te…”
Le luci nel corridoio si facevano più frenetiche, schizzavano da una parete all’altra, sembravano avvicinarsi alla camera da letto.
Caterina vide sulla soglia un uomo con un berretto di lana in testa e una torcia in mano, il fascio di luce di quest’ultima si abbassò lentamente dal soffitto fino ad illuminare il volto di Lei. L’uomo emise un grido e cadde a terra.
“Ero qui per lui.”
Caterina chiuse gli occhi. La sua ora non era ancora arrivata.
Nessun commento:
Posta un commento