venerdì 22 giugno 2018

Beast

Il padre è uno dei tanti omini che abusano della propria moglie. Ad un certo punto il figlioletto decide che è giunto il momento di vendicarsi.

Beast (2009), presentato a Locarno ’09 e passato anche al Giffoni ’10, è un’ennesima mediocrità narrativa che si materializza sullo schermo, ed il problema, al pari di tutti i suoi simili, è essenzialmente uno: la narrazione. Questo flusso incanalato di dati unito al preciso ordine espositivo appiattisce gli ingredienti drammatici del corto, li standardizza e di conseguenza li deprezza, ed è un peccato poiché credo che il cinema possa e debba affrontare tematiche sociali molto urgenti come il femminicidio per aumentare il tasso di sensibilità verso l’argomento, ma con un lavoro del genere, firmato dal danese Lars Pedersen, il rischio è di provocare un sentimento opposto. Veramente scarso l’apparato psicologico ridotto ad una standardizzazione delle interazioni ruolistiche: papà cattivo cattivo, mammina e bimbo vittime della suddetta cattiveria. È obiettabile il fatto che in pochi minuti a disposizione risulta oggettivamente complicato fornire uno spessore concettuale alla storia, allora io dico a Pedersen e a tutti gli altri registi che si ostinano a finzionalizzare la scena: fate dell’altro! Cercate altre vie di trasmissione, ce ne sono così tante! Accontentarsi del banale racconto razionale non rende Beast troppo diverso da una fiction televisiva dove la necessità di porre ogni virgola e ogni accento nel proprio discorso è il fine supremo di chi dirige la baracca, a ciò si aggiunge il bisogno di enucleare un processo di rivalsa che conduce i due martiri al sicuro, tutto accade con una superficialità preoccupante e si subodora la costrizione di una scrittura accomodante che fa compiere al bimbo un gesto su cui si può anche discutere, ma, per chi scrive, senza che si traggano conclusioni positive.

Per coincidenza Beast ha uno short omonimo (Beast, 2011) con il quale non solo condivide il nome ma in parte l’ambientazione (in ambo i lavori le abitazioni sono ubicate in aperta campagna) e soprattutto la tematica portante, ossia la violenza degli uomini nei confronti dei più deboli e indifesi. Per non farsi mancare nulla anche i difetti sono identici al punto che i miei due commenti potrebbero tranquillamente sovrapporsi che niente cambierebbe.

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