sabato 28 novembre 2015

Permille

Cortometraggio indisciplinato sia negli argomenti quanto nell’argomentare i suddetti. Per ciò che concerne la prima istanza il tema trattato dall’islandese Marteinn Thorsson è quello degli effetti prodotti dall’alcol utilizzando un giovanottone di nome Erik come “cavia” per esporre i suoi intenti; nulla di strano se non fosse che il regista scompagina la linea narrativa sovrapponendo la realtà al sogno e viceversa; l’operazione, che è difficile non credere che funga da diversivo per distogliere l’attenzione da un plot risicatissimo che in buona sostanza non dice nulla di interessante, viene accompagnata da una tecnica che copre le evidenti falle della non-storia calamitando su di sé le attenzioni ottiche. Thorsson filma in digitale a qualche passo di distanza dalla convenzionalità (notare il dialogo tra Erik e fidanzata dove un “normale” campo-controcampo è contaminato da accorgimenti stranianti), appiccicandosi agli attori per penetrare nei loro pensieri e adoperandosi in fase di editing con particolari sfocature che ben rendono lo stato confusionale in cui brancola il protagonista. Ma in generale la pochezza troneggia al punto che definire Permille (2010) un film tranquillamente evitabile è l’idea che ogni persona dotata di un minimo di senso critico esprimerebbe a fine visione, parimenti è giusto riportare una voglia di ricerca estetica da parte di Thorsson non disprezzabile che insieme alla presenza di un finale spalancato (e, non lo nego, anche un filino inquietante) costituiscono due punti sotto la voce +.
Da sciogliere la questione dei numeri che scandiscono il girato, si tratta del tasso alcolemico di Erik?

Nel cast anche Elma Lísa Gunnarsdóttir vista in un ruolo minore in Volcano (2011).

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