domenica 22 novembre 2015

Kaïn

Due ragazzi si azzuffano in un bosco. Uno uccide a pietrate l’altro.

Proiezione berlinese del 2009, Kaïn è il secondo (o primo: bisogna vedere se va contato il breve documentario A Horse That Dies [1999] con cui il regista si è diplomato) cortometraggio del belga Kristof Hoornaert, giovane regista diviso fra produzioni indipendenti e spot pubblicitari per grandi multinazionali. Kaïn, transitato in molti Festival del globo terracqueo, fa del minimalismo la propria sostanza, lascia ad un altro cinema il compito di spiegare le eziologie preferendo cominciare in media res: una legnata tremenda colpisce la zucca di un malcapitato. Punto. A fare da sfondo c’è la natura imperturbabile, anche se i dettagli da documentario come insettini zampettanti, grossi bruchi pelosi, scorci di verdi fronde e un tappeto acustico costituito dal soave cinguettio degli uccellini trasportano l’elemento naturalistico in una posizione che supera di gran lunga lo status di comparsa.

A questo punto Hoornaert diviene troppo immediato perché la contrapposizione fra un’umanità che si accapiglia dandosele di santa ragione e che arriva ad ammazzarsi vicendevolmente versus un bosco incontaminato teatro giusto per una scampagnata e non per un omicidio, arriva all’istante con la successiva presa di coscienza che nel film non vi è nient’altro che possa dare profondità. I minuti in cui l’assassino si porta appresso il “pesante” carico non aggiungono nulla che non sia comprensibile già dalla prima sequenza, e pure il bagno nel laghetto (rafforzato semanticamente dal fotogramma stampato sulla locandina) in quanto metafora detergente accusa la stessa facilità di accesso della dicotomia uomo/natura. Resta in ogni caso il tatto registico da parte di Hoornaert che offrendo un discreto comparto visivo supplisce all’eccessiva esplicazione degli intenti.

3 commenti:

  1. Gentilissimi,

    con la presente per rimembrarvi le istruzioni di una corretta visione.
    Siate felici: i nostri padri non avrebbero mai potuto conoscere Hoornaert. Siate tristi: i nostri padri moriranno. Pregate un qualche dio, riempitevi delle cose che cercate per davvero, mitigate il lento declino con panorami crepuscolari, nel caso aveste bisogno San Vimeo sa indicarvi la porta giusta, che in questo caso è incredibilmente qui. Quale gaudio!
    Non interrompete il flusso, fate propagare le immagini all’interno di ogni lobo celebrale, siate vigili: il vero film inizia ora. Siate impotenti: la fascinazione vi ammanterà i sensi. Uscite per le strade e compiete i gesti inessenziali, bevetevi un caffè con vostro padre al bar, appoggiate la fronte al finestrino del treno, pensate alla vita scrutando il soffitto della vostra camera.
    Il film è finito: partorite con gioia vostro figlio.
    Nella speranza di un possibile riscontro porgo i più cordiali saluti,

    E.

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  2. Spero solo che quei "cordiali saluti" siano momentanei...

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  3. era solo la riproposizione di una lettera formale: una stupidaggine.
    Di arretrati ce ne sono ancora parecchi da pubblicare.

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