giovedì 19 novembre 2009

The Puzzle

L’avevo già detto, ma lo ripeterò. Il titolo di un’opera possiede sempre, e sottolineo sempre, una forza ostensiva. Che sia un libro, un racconto, una poesia, una canzone o un film, il titolo attesta e circoscrive un preciso argomento che verrà poi esteso con il svilupparsi della narrazione. Vale per tutto, anche per un cortometraggio di appena quattro minuti e qualche secondo.
The Puzzle (2008) è il terzo corto di Davide Melini, regista romano classe ’79 che ha girato questo film in una sola notte e in quattro lingue diverse.

La protagonista, interpretata da Cachito Noguera, riceve una telefonata da suo figlio che le chiede dei soldi. La donna, stizzita, riaggancia e decide di rilassarsi costruendo un puzzle. Il disegno che verrà composto sarà agghiacciante.

Il titolo del corto gioca su due piani. Uno più “basso” che richiama con semplicità il rompicapo con cui gioca la donna, ed uno più “alto” che avvolge dentro sé l’intera vicenda rendendola, appunto, un puzzle. I tasselli del mosaico non sono soltanto quelli che la donna incastra sul suo tavolo, ma sono anche, e soprattutto, i fotogrammi disseminati nella pellicola che compongono una sciarada quantomeno inquietante con la sua soluzione finale.
L’opera ha una sua dignità stilistica che affonda nelle pieghe baviane del tempo – mi ha ricordato tantissimo l’episodio Il telefono de I tre volti della paura (1963) – senza disdegnare i più recenti montaggi accelerati alla Kevin Greutert (montatore di tutti e cinque gli episodi di Saw nonché regista del sesto capitolo) accompagnati dalle musiche incalzanti del gruppo italiano Visioni Gotiche. Buono l’uso delle luci soprattutto quando esse non ci sono più, illuminando il volto della donna con l’alone tremolante di una candela.

Dimenticavo, sottolineo con piacere una minuscola citazione che spero non sia il frutto di una mia sovrimpressione: appena dopo la prima e unica dissolvenza in nero appare il Dettaglio di una spirale rossa che si rivelerà la piastra di un fornello. Quel ghirigoro, oltre a rafforzare il concetto di “labirinto” in cui versa il film, mi ha felicemente riportato alle spirali di Saul Bass in La donna che visse due volte (1958).

Se vi va potete vedere The Puzzle cliccando QUI.
E ingrazio sentitamente Davide Melini per avermi contattato.

8 commenti:

  1. adesso non vorrei passare per la parte del rompiscatole,
    però appena l'ho visto mi ha ricordato immediatamente un corto molto simile che vidi qualche anno fa su Coming Soon! O_o
    Eh infatti ora che ho fatto una ricerca, l'ho rintracciato su cineblog! Pensavo di essere impazzito. Eccolo qui il link di youtube:
    http://www.youtube.com/watch?v=iRKgd2cQhhs&feature=channel_page

    Pare che entrambi si siano ispirati a un racconto d'horror raccontato dai protagonisti de L'attimo fuggente.
    Comunque anche se la regia di Melini è tecnicamente più curata, la trovo più sfarzosa ed enfatica. Invece la delicatezza di Moro a mio parere è più efficace nel tratteggiare lo sviluppo della tensione.

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  2. Essì hai ragionissima sono piuttosto simili questi due corti! Ed anche io ritengo Incastro un gradino più in alto rispetto a The Puzzle.

    Comunque J., io non riesco più a postare commenti nel tuo blog! Quando mi chiede di inserire la parola di verifica non mi appare la barretta in cui poter scrivere... Io uso Firefox potrebbe essere un problema legato a ciò, forse.
    In ogni caso: ho notato che hai messo il trailer de Il nastro bianco, l'hai mica visto per caso?

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  3. Ho visto entrambi i due corti e devo dire che mi sono piaciuti entrambi. Quello di Melini però lo reputo migliore per molti punti divista quali regia e illuminazione. Inoltre pur brevissima è presente una storia, cioè il figlio che ricatta la madre. Se non sbaglio esiste anche un altro corto con le medesime caratteristiche. Comunque due buonisimi lavori.
    MARCELLO PROIETTI

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  4. "Comunque J., io non riesco più a postare commenti nel tuo blog!"
    oh cavolo! Evidentemente non sei l'unico, cmq ora ho tolto la verifica parole. Mi sa che è un problema grafico.

    "Il nastro bianco" l'ho visto si! A me Haneke non mi è mai piaciuto molto, ma questo suo film è un capolavoro! Mette praticamente in pratica tutto ciò che ha imparato con una umiltà e una lucidità pazzesca. Appena esce in dvd lo compro!

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  5. Ma per carità! Incasto mi ha veramente annoiato. Cosa centra poi quella musica? Non l'ho capito. Decisamente meglio Puzzle che almeno ha ritmo e musica adeguata al genere di film.

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  6. Beh oddio, venire annoiati da un corto mi pare impresa ardua, e usare la musica come metro di giudizio non mi sembra cosa buona e giusta. Concordo sul fatto che The Puzzle abbia più ritmo complice anche il montaggio, ma forse in Incastro la soluzione finale viene proposta in maniera più felice rispetto al corto di Melini.

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  7. Molto buono, diretto veramente bene. La cosa che mi ha particolarmente colpito è la scena in cui la donna fa il puzzle (prima che si accende il fuoco della cucina). L'attrice praticamente rimane sullo stesso piano; è la telecamera che fa tutto! Buono il ritmo del corto, grazie soprattutto ad un montaggio stile Saw, l'enigmista e condito da musiche penetranti. Ne consiglio la visione.

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  8. Ho molto apprezzato questo cortometraggio, un po' sovrannaturale. La regia è molto attenta ad ogni inquadratura, accompagnata da un'eccellente uso della fotografia. Buona infine la recitazione dell'attrice spagnola.
    MATT78

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