Tutto inizia una notte in cui il dottor Craig Burton (Arnold Vosloo) è a letto con sua moglie Sherry (Jilian McWhirter). Nel bel mezzo dell’amplesso la poveretta viene prelevata dagli alieni e fecondata col loro seme. Chiaramente la gravidanza non è proprio uguale ad una normale ed umana gestazione. Di conseguenza per Craig e consorte iniziano i problemi, soprattutto per lei.
E niente, ordinaria amministrazione direi. Se cercate un film sugli alieni questo non fa per voi.
Il tema ufologico è trattato all’acqua di rose con qualche riferimento più o meno attendibile ad abduzioni “reali”. Qualche elemento stringe la mano alla presunta verità: ominidi che comunicano telepaticamente attraverso una voce corale (“perché tu sei importante per noi”, quante volte viene detto?!) o il missing time che può essere ricordato soltanto dopo una seduta di ipnosi regressiva.
Ma a Yuzna non sembra importare poi molto del lato alieno – vedere come sono rappresentati i suddetti esseri: tentacolari e plasticosi, lontani quindi dall’iconografia classica – per ispezionare (in superficie) il lato umano col drammatico (si fa per dire) calvario di Sherry.
Yuzna è però un regista che sa rimestare nel torbido – ricordate Society - The Horror (1989)? – e piazza qua e là un paio di scenette gore che non sono malaccio. Certo, il budget non doveva essere dei migliori e per apprezzare il lavoro del regista bisogna chiudere almeno un occhio e mezzo, ma qualche spunto ad effetto c’è.
Poca roba eh, comparato ad altre opere Progeny è proprio un filmetto dove anche la sceneggiatura è parecchio raffazzonata. Ad un certo punto, per esempio, il marito lascia da sola la moglie alle prese con una crisi di nervi andandosene al lavoro. Voi penserete che non c'è nulla di male, ma c’è un piccolo particolare: la coppia aveva appena scoperto che Sherry portava in grembo una specie di Alien. Quale cosa migliore se non quella di lasciarla sola in preda ad incubi e dolori lancinanti?
Il finale invece è fico, cioè, più o meno. Almeno non è un finale buonista poiché molto cattivo (ma molto) con doppia beffa inaspettata visto il tenore del film.
Quindi, un breve riassunto di ciò che c’è: alieni tentacolari gelatinosi, le tette della McWhirter (niente di che), le budella della McWhirter (meglio delle tette forse), un tubetto di ferro che zitto zitto se ne va tra le gambe della McWhirter, un buco nel cielo fatto con l’antenato di Paint e Brad Dourif che fa l’ufologo senza sapere che qualche anno dopo diventerà un alieno per Herzog ne L’ignoto spazio profondo (2005).
Se pensate che tutto questo possa essere divertente avete un po’ di ragione, ma non troppa.
E niente, ordinaria amministrazione direi. Se cercate un film sugli alieni questo non fa per voi.
Il tema ufologico è trattato all’acqua di rose con qualche riferimento più o meno attendibile ad abduzioni “reali”. Qualche elemento stringe la mano alla presunta verità: ominidi che comunicano telepaticamente attraverso una voce corale (“perché tu sei importante per noi”, quante volte viene detto?!) o il missing time che può essere ricordato soltanto dopo una seduta di ipnosi regressiva.
Ma a Yuzna non sembra importare poi molto del lato alieno – vedere come sono rappresentati i suddetti esseri: tentacolari e plasticosi, lontani quindi dall’iconografia classica – per ispezionare (in superficie) il lato umano col drammatico (si fa per dire) calvario di Sherry.
Yuzna è però un regista che sa rimestare nel torbido – ricordate Society - The Horror (1989)? – e piazza qua e là un paio di scenette gore che non sono malaccio. Certo, il budget non doveva essere dei migliori e per apprezzare il lavoro del regista bisogna chiudere almeno un occhio e mezzo, ma qualche spunto ad effetto c’è.
Poca roba eh, comparato ad altre opere Progeny è proprio un filmetto dove anche la sceneggiatura è parecchio raffazzonata. Ad un certo punto, per esempio, il marito lascia da sola la moglie alle prese con una crisi di nervi andandosene al lavoro. Voi penserete che non c'è nulla di male, ma c’è un piccolo particolare: la coppia aveva appena scoperto che Sherry portava in grembo una specie di Alien. Quale cosa migliore se non quella di lasciarla sola in preda ad incubi e dolori lancinanti?
Il finale invece è fico, cioè, più o meno. Almeno non è un finale buonista poiché molto cattivo (ma molto) con doppia beffa inaspettata visto il tenore del film.
Quindi, un breve riassunto di ciò che c’è: alieni tentacolari gelatinosi, le tette della McWhirter (niente di che), le budella della McWhirter (meglio delle tette forse), un tubetto di ferro che zitto zitto se ne va tra le gambe della McWhirter, un buco nel cielo fatto con l’antenato di Paint e Brad Dourif che fa l’ufologo senza sapere che qualche anno dopo diventerà un alieno per Herzog ne L’ignoto spazio profondo (2005).
Se pensate che tutto questo possa essere divertente avete un po’ di ragione, ma non troppa.
bè..society l'ho trovato davvero "divertentissimo"..così splatter..secondo me il nostro ha una buona mano...
RispondiEliminaSì anche a me Society era piaciuto parecchio. Di Yuzna non ho visto nient'altro ma mi pare che ultimamente sia scaduto parecchio.
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