sabato 20 settembre 2008

I.D.A.


Quando il 14 febbraio del 2020 fu lanciato sul mercato l’ I.D.A., io avevo appena 13 anni.
A quel tempo il mondo era messo parecchio male, si portava dietro problemi vecchi come lui e il futuro non prometteva niente di buono.
Mia sorella comprò l’I.D.A. con i soldi che la nonna le aveva dato prima di morire, non disse niente ai nostri genitori perché mio padre non avrebbe approvato. Ricordo che quando aprì la scatola io me ne stavo a gambe incrociate sul letto mentre lei camminava nervosamente per la stanza leggendo le istruzioni ad alta voce. Chiedevo quale fosse il potere di quella scatoletta di plastica non più grande di un cellulare, mia sorella rispose che ero troppo piccolo per capire.
La stessa notte fui svegliato da un bagliore azzurro che proveniva dall’altro letto, in punta di piedi mi avvicinai a mia sorella che stringeva l’I.D.A. tra le mani mentre dormiva. Ricorderò per sempre il sorriso sul suo volto in quel momento perché fu l’inizio della fine.
A scuola i ragazzi più grandi ne parlavano come della più grande invenzione degli ultimi duecento anni, io provai a chiedere informazioni alla ragazza più carina della classe, visto che mi era sempre piaciuta mi sembrava un buon approccio. Rispose che se lo sarebbe comprato quel pomeriggio. Non la rividi mai più.
Come un’onda silenziosa l’I.D.A. entrò nelle case di tutto il mondo e quando si comprese la sua pericolosità era ormai troppo tardi.
La prima e ultima volta che lo usai fu all’età di 16 anni. Accadde ad una festa tra amici, mi dissero solo di stringerlo in mano prima di addormentarmi, il resto sarebbe venuto da se. Quella fu la notte più bella della mia vita.
Intanto mia sorella, come la maggior parte della popolazione mondiale, passava metà giornata a trovare un modo per stancarsi così da dormire per l’altra metà. Per usare l’I.D.A. le persone dimenticavano persino di mangiare, alcune morivano di notte stringendolo tra le mani. Mia sorella se ne andò quattro anni dopo, ormai pesava trenta chili e l’unica cosa che ingeriva erano sonniferi. I miei genitori non dissero nulla, anche loro ne erano diventati dipendenti.
Lentamente la Terra s’immobilizzò, non ci furono più guerre perché nessuno aveva più niente per cui combattere, il denaro perse il suo potere, i trasporti aerei, marittimi e stradali si arrestarono, le città piombarono in un buio illuminato da fievoli bagliori azzurrognoli accompagnati da flebili sospiri interrotti.
Le poche persone immuni si riunirono in piccole comunità sparse per il pianeta.
È qui che mi trovo in questo momento, dicono che in Africa la popolazione stia rinascendo, chissà forse è vero, io probabilmente non vedrò mai questo nuovo inizio. Ho 83 anni e se sono arrivato qui lo devo a me stesso, quella notte in cui provai l’I.D.A. ebbi la forza di non cadere nuovamente nella sua trappola. Ho scritto questa lettera per far sapere, se mai qualcuno la leggerà, di quanto era difficile la condizione dell’umanità al mio tempo. Allego qua sotto le istruzioni in modo che non ricapiti mai più una tragedia del genere.

LA HEARTS IN LOVE TI RINGRAZIA PER AVER SCELTO L’I.D.A. (Immobilizzatore D’Amore)
Il funzionamento dell’I.D.A. è molto semplice : grazie a studi complessi i nostri tecnici sono riusciti a creare dei particolari recettori che catturano gli impulsi sulle sinapsi diretti ai neuroni. Questi recettori, contenuti nella scatoletta blu, elaborano le informazioni che hanno “rubato” e le spediscono nel sistema talamo-corticale del nostro cervello, ossia il sistema di elaborazione delle informazioni periferia-corteccia, laddove risiede la nostra memoria.
Quindi poco prima di addormentarvi basta che voi pensiate ad un amore del passato, o un amore mai avuto, e stringendo fra le mani l’I.D.A. vi sembrerà di rivivere o di vivere per la prima volta, una stupenda storia d’amore.
Dimenticate giornate buie e tristi, scordatevi lo stress del lavoro.
State per entrare in una favola, buon viaggio.

AVVERTENZE: Un uso smisurato dell’I.D.A. può portare ad una dipendenza, in ogni caso gli effetti collaterali non sono particolarmente nocivi.

4 commenti:

  1. Difficilmente trovo racconti brevi che mi piacciono...beh quessto è uno di quelli...ben scritto e suggestivo...davvero bravo.

    P.S. lo preferisco senza l'epigrafe finale di istruzioni ed avvertenza all'uso.

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  2. Ho messo quelle avvertenze perchè volevo spiegare bene le cause della fine dell'umanità,ovvero la mancanza d'amore in generale,e questo era ciò che più mi premeva ;)

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  3. veramente bello, pensavo fosse tratto da un libro, ma non è che è la stessa scatola che ha usato Diane Selwyn?

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  4. Eh eh chi lo sa, tutto può essere...magari inconsciamente ho pensato a quella scatoletta azzurra quando ho scritto il raccontino,chissà...

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