venerdì 12 settembre 2008

Cane di paglia

I cani di paglia accettano silenziosamente il proprio destino senza lamentarsi mai. A volte però i cani di paglia prendono fuoco. È questo il succo del film, tratto dal romanzo The Siege of Trencher’s Farm, diretto da Sam Peckinpah (Il mucchio selvaggio, 1969) ed interpretato da un grande Dustin Hoffman, alcuni affermano che questa sia la sua prova migliore, e dalla bella, ma anche brava, Susan George.

David è un matematico timido e impacciato che si reca insieme alla moglie Amy nel paesino inglese natio della consorte per studiare. Il paese è abitato da alcuni bifolchi tra cui un certo Charlie, vecchia conoscenza di Amy, che fin da subito ci prova con la suddetta. La quale, detto fra noi, non sembra schifare lo zoticone, anzi mostra tranquillamente il suo seno a Charlie e compagnia bella mentre aggiustano il tetto della baracca vicino alla casa della coppia.
Durante una finta battuta di caccia architettata per tenere David lontano da sua moglie, Charlie si intrufola nella casa per approfittare di Amy che non oppone tutta ‘sta resistenza, e non dirà nulla al marito dello stupro.
Una notte, dopo la festa patronale, la coppia si rimette in viaggio verso casa quando investe Henry, lo scemo del villaggio, che ha accidentalmente ucciso una ragazzina. David decide di portarlo a casa per curarlo, ma il gruppo di balordi vuole la testa di Henry e attacca la casa con ogni mezzo, fino alla resa dei conti finale.

“Homo homini lupus”. L’uomo è un lupo per l’uomo. Citazione latina che richiama concetti del Leviatano di Hobbes applicabili anche a questo film. Al di là di alcuni sotto-testi molto criticati perché colpevoli di essere fortemente fascisti e misogini, io l’ho trovato un film sul razzismo, e, attenzione, non un film razzista. Non credo fosse nelle intenzione di Peckinpah mostrare gli inglesi come un popolo ignorante e violento, d’altronde anche David, messo alle corde, sfodera una violenza inaudita. Inoltre è centrale la figura di Henry, lo scemo del paese. Il regista mette in scena quell’equazione tanto presente quanto sbagliata nella nostra società dove diverso = deviato (il discorso razzista di cui parlavo prima), e quindi ecco che Henry viene additato come un assassino mentre paradossalmente i veri assassini sono proprio quelli che lo incolpano.

Ma Cane di paglia è anche un film molto intimo che scava nelle relazioni umane, e spiccano indubbiamente le figure dei protagonisti ottimamente caratterizzate.
David è timido, goffo, smidollato, ma è un cane di paglia, appunto. Si rifugia nello studio piuttosto che affrontare il gruppo di bifolchi. Tra l’altro c’è un quesito a cui non viene dato risposta… chi ha impiccato il gatto? Secondo me è stato David stesso, ha approfittato della presenza degli operai per dare la colpa a loro e liberarsi del felino che lo infastidiva.
Amy è insoddisfatta del rapporto con David, lo si capisce quando mostra le tette dal bagno, e anche quando inizialmente accetta le avances di Charlie. E poi non dice nulla al marito dell’accaduto, e anche all’ultimo, asserragliati nella casa non ha fiducia in David ma addirittura tenta di aprire la porta a Charlie. Apparentemente angelica con quei capelli biondi, è, a mio modesto parere, il personaggio più cinico di tutto il film, magnificamente costruito ed interpretato.

Suggestiva l’immagine finale in cui David ed Henry in auto sono circondati dal buio e affermano entrambi di non sapere quale sia la strada da percorrere. Una specie di non-fine che allontana il matematico dalla strada dei numeri e della razionalità per quella dell’istinto e dell’aggressività, come una bestia, un cane insomma.

3 commenti:

  1. Non so se sia il miglior film film interpretato da Hoffman (a me è piaciuto molto Rain Man) perchè non conosco tutta la filmografia dell'americano, ma l'ho visto ed è un bel film.

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  2. Anche a me è piaciuto molto Rain man!
    E forse lì è più bravo...

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  3. il gatto l'ha impiccato la moglie per farlo reagire

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