L’albo del mese scorso, Da una lontana galassia, non l’ho neanche commentato qui, ero troppo sconsolato, a fine lettura ho guardato se sulla copertina c’era scritto “Dylan Dog” o qualcos’altro. Però non ho desistito (solo Demon blob fece vacillare la mia fede) e un mese dopo mi sono recato dal mio giornalaio di fiducia per comprare La condanna di Casper.
Il titolo non è un granchè, c’è da aspettarsi il peggio. La copertina invece è meravigliosa, con pochi elementi ma molto molto evocativa.
Novantaquattro pagine dopo sono soddisfatto.
Questa opera di Michele Masiero probabilmente non passerà alla storia, ma è una lettura onesta e piacevole. Il soggetto non è niente di nuovo, si pensi ad Armageddon o a Il senza nome, il pregio è una sceneggiatura brillante, infarcita di ironia in ogni dialogo, molto lontana rispetto a quella de I ricordi sepolti (la prima oscenità che mi è venuta in mente) in cui si riscontravano situazioni da telenovela argentina. Masiero mi ha stupito per la semplicità con cui utilizza i personaggi che sono fedeli ai “dogmi” dylaniani, in particolare Groucho è finalmente il Groucho che ho sempre voluto (c’era riuscito anche Medda con Il feroce Takkur), un personaggio grottesco, quasi “fuori” dalla storia, che riesce a sdrammatizzare anche nei momenti peggiori. Bloch e la Trelk sono comprimari validissimi che non stonano affatto nell’armonia della vicenda. Infine Dylan, un gran bel Dylan, ironico, impacciato, deciso, e anche eroe nel finale. Ecco forse il finale poteva essere studiato un pò meglio: per quale motivo devono portare Camper al castello? La combriccola di medium non poteva fare la seduta da un’altra parte? In ogni caso è un piccolo dettaglio che poco mi interessa, anche perché quando vedo degli zombi mi si apre il cuore.
Infine, un po’ ridicolo il modo in cui Casper si libera di Curley indemoniato, una ginocchiata nella pancia e via, però capisco che in qualche modo il ragazzo doveva arrivarci nel castello!
Casertano disegna il mio Groucho preferito in assoluto, sembra una caricatura con quelle sopracciglia, ed è fenomenale quando utilizza le vignette grandi (pag. 19-40-81-98).
Novantaquattro pagine dopo sono soddisfatto.
Questa opera di Michele Masiero probabilmente non passerà alla storia, ma è una lettura onesta e piacevole. Il soggetto non è niente di nuovo, si pensi ad Armageddon o a Il senza nome, il pregio è una sceneggiatura brillante, infarcita di ironia in ogni dialogo, molto lontana rispetto a quella de I ricordi sepolti (la prima oscenità che mi è venuta in mente) in cui si riscontravano situazioni da telenovela argentina. Masiero mi ha stupito per la semplicità con cui utilizza i personaggi che sono fedeli ai “dogmi” dylaniani, in particolare Groucho è finalmente il Groucho che ho sempre voluto (c’era riuscito anche Medda con Il feroce Takkur), un personaggio grottesco, quasi “fuori” dalla storia, che riesce a sdrammatizzare anche nei momenti peggiori. Bloch e la Trelk sono comprimari validissimi che non stonano affatto nell’armonia della vicenda. Infine Dylan, un gran bel Dylan, ironico, impacciato, deciso, e anche eroe nel finale. Ecco forse il finale poteva essere studiato un pò meglio: per quale motivo devono portare Camper al castello? La combriccola di medium non poteva fare la seduta da un’altra parte? In ogni caso è un piccolo dettaglio che poco mi interessa, anche perché quando vedo degli zombi mi si apre il cuore.
Infine, un po’ ridicolo il modo in cui Casper si libera di Curley indemoniato, una ginocchiata nella pancia e via, però capisco che in qualche modo il ragazzo doveva arrivarci nel castello!
Casertano disegna il mio Groucho preferito in assoluto, sembra una caricatura con quelle sopracciglia, ed è fenomenale quando utilizza le vignette grandi (pag. 19-40-81-98).
Occhi puntati sul prossimo albo, Saluti da Moonlight. Incrocio le dita.
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