Prima, e finora ultima, prova dietro la macchina da presa per Jennyfer Lynch, figlia del gande David, e autrice del libro Il diario segreto di Laura Palmer (1990). Proprio da Twin Peaks (1990) arriva Sherilyn Fenn che interpreta Helena. Questo film è considerato uno dei più brutti degli ultimi anni, Madonna non accettò il ruolo della Fenn e Kim Basinger dovette addirittura pagare una penale di 8 milioni di dollari per non girarlo perché si accorse che vi erano troppe scene di violenza e di sesso. A dir la verità c’è poco sia di una che dell’altra. Boxing Helena fu presentato alla 50° mostra di Venezia dove Jennifer Lynch ottenne il premio "Razzie" come peggior regista esordiente.
Il protagonista è Nick (Julian Sands), un affermato chirurgo, che ha avuto un rapporto difficile con la madre, la quale, dicendolo in maniera elegante, era una donna dai facili costumi. Pur essendo fidanzato, Nick, è innamorato di Helena, che in quanto a troiaggine se la gioca con la defunta mamma. Tra il chirurgo e la bella moretta c’è stato qualcosa in passato, ma come ha sottolineato lei: “Non mi hai mai fatto venire”, le cose non sono andate per il verso giusto. Ma Nick non demorde, quando Helena viene investita da un auto, la porta a casa segandole gli arti, così si scopre che lei era una scrittrice di libri, e poi… ah no! Quello è un altro film...
L’ossessione-paura di Nick per le donne è causata dal rapporto controverso con la madre che rivede in Helena, basta non c’è altro. Davvero davvero poco.
Ci sono poi alcune situazioni ridicole. Il bagno nella vasca del giardino stile La dolce vita (1960) della Fenn, la scena di sesso tra Nick e una tipa con in sottofondo Sadeness degli Enigma, o le musiche di Puccini che con questo filmetto non hanno nulla a che fare. L’oscar della comicità involontaria, però, se lo aggiudica il monologo della Fenn, roba da far impallidire Paola Senatore nel suo discorsone iniziale di Non stop, sempre buio in sala (1985), ecco uno stralcio: "Una donna è qualcosa di morbido, di caldo, quando la senti, quando è nuda, quando la tocchi, quando la scopri (qui c'è una r di troppo) […] Toccala, usa la lingua, il respiro. Quando starà per venire si aggrapperà a te, ma tu non lasciarla venire, falla aspettare, scherza, gioca con lei, eccitala, lei forse vorrà toccarsi, è così sensibile adesso…"
Neanche nel peggiore dei pornazzi di Arduino Sacco si sentono delle frasi del genere.
Pessimo il finale, che riduce tutto ad un banalissimo sogno.
Da evitare.
Il protagonista è Nick (Julian Sands), un affermato chirurgo, che ha avuto un rapporto difficile con la madre, la quale, dicendolo in maniera elegante, era una donna dai facili costumi. Pur essendo fidanzato, Nick, è innamorato di Helena, che in quanto a troiaggine se la gioca con la defunta mamma. Tra il chirurgo e la bella moretta c’è stato qualcosa in passato, ma come ha sottolineato lei: “Non mi hai mai fatto venire”, le cose non sono andate per il verso giusto. Ma Nick non demorde, quando Helena viene investita da un auto, la porta a casa segandole gli arti, così si scopre che lei era una scrittrice di libri, e poi… ah no! Quello è un altro film...
L’ossessione-paura di Nick per le donne è causata dal rapporto controverso con la madre che rivede in Helena, basta non c’è altro. Davvero davvero poco.
Ci sono poi alcune situazioni ridicole. Il bagno nella vasca del giardino stile La dolce vita (1960) della Fenn, la scena di sesso tra Nick e una tipa con in sottofondo Sadeness degli Enigma, o le musiche di Puccini che con questo filmetto non hanno nulla a che fare. L’oscar della comicità involontaria, però, se lo aggiudica il monologo della Fenn, roba da far impallidire Paola Senatore nel suo discorsone iniziale di Non stop, sempre buio in sala (1985), ecco uno stralcio: "Una donna è qualcosa di morbido, di caldo, quando la senti, quando è nuda, quando la tocchi, quando la scopri (qui c'è una r di troppo) […] Toccala, usa la lingua, il respiro. Quando starà per venire si aggrapperà a te, ma tu non lasciarla venire, falla aspettare, scherza, gioca con lei, eccitala, lei forse vorrà toccarsi, è così sensibile adesso…"
Neanche nel peggiore dei pornazzi di Arduino Sacco si sentono delle frasi del genere.
Pessimo il finale, che riduce tutto ad un banalissimo sogno.
Da evitare.
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