mercoledì 27 gennaio 2010

Il grande silenzio

Giusto qualche riga per segnalarvi un documentario atipico, e perciò degno di abitare questi lidi, diretto dal tedesco Philip Gröning il quale si stabilì per sei mesi nel monastero certosino de La Grande Chartreuse vicino a Grenoble sulle Alpi francesi, con lo scopo di vivere come e con i monaci del luogo, riprendendo tutto, o il niente, che c’era da riprendere. Il risultato finale estrapolato da metri e metri di pellicola, è costituito da 169 minuti in cui si assiste ad un dialogo (silenzioso) tra l’uomo e la natura, e quindi, forse, soprattutto indubbiamente, anche tra l’uomo e dio.

Non un film religioso, non un film sulla religione. Piuttosto una visione (e)statica di questo piccolo mondo lontano infinite galassie dal nostro. Gröning assorbe tutto quello che può, dalle cerimonie ai rari momenti di svago, e ce lo mostra senza alcun artifizio se si escludono un paio di immagini sgranate leggermente fuori fuoco.
A mio avviso oltre il bello o il brutto. Per il solo fatto che questo documentario abbia visto la luce invece di rimanere per sempre nel cassetto del regista, si può già parlare di una piccola vittoria.
Noioso? Bof, potrebbe anche essere, eppure quando verso la fine ho sentito quella litania ipnotica mi sono sentito sollevare, intuendo che l’essenza de Il grande il silenzio sublima in qualcosa che non si può afferrare, come la fiamma di un cero nel buio.

2 commenti:

  1. "litania ipnotica mi sono sentito sollevare"...non ho potuto fare a meno di passare di qui ma ora mi fermo sennò lascio troppe tracce in terra non mia;) visto tanto tempo fà.che bene che fa il silenzio.

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  2. le tracce lasciate sono sempre ben accette, soprattutto se riportano a galla nella mia memoria pepite preziose come queste.

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