Non è semplice raccontare la storia “vera” su cui si basa questo film perché dal 1995 a oggi di cose sul filmato di Santilli ne sono state dette, e, puntualmente contraddette, a bizzeffe. Una spinta fondamentale l’ha data internet che ha espanso la questione fino all’inverosimile dando vita ad eserciti di sostenitori contrapposti a detrattori non meno agguerriti pronti a smontare ogni singolo fotogramma del video.
Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, sto parlando dell’ormai mitico filmato che Ray Santilli acquistò negli Stati Uniti da un ex cineoperatore militare, riguardante l’autopsia un essere alieno prelevato nel sedicente ufo crash di Roswell. In realtà oltre all’autopsia dell’umanoide, si dice che Santilli abbia comprato ventidue bobine da tre minuti ciascuna comprendenti delle riprese effettuate sul luogo dell’incidente, e il cosiddetto “video della tenda”. Ma anche in questo caso, come in tutto il resto della vicenda, ci sono informazioni contraddittorie in quanto si parla di ben 25 bobine. E confusa è pure la figura dell’ex militare, tale Jack Barnett, che pare essere stato sì nell’esercito ma fino al ’45. Per non parlare delle analisi effettuate sulla pellicola originale: alcuni affermano che la Kodak non abbia mai ricevuto frammenti della bobina, altri che non solo li avrebbe ricevuti ma che avrebbe confermato una datazione vicina a quella riferita.
Insomma, un gran bel casino. Questo film, girato nel 2006, è una godibile ricostruzione dei fatti presentata come il racconto di Santilli (impersonato da Declan Donnelly) e il socio Gary ad un regista interessato alla loro storia. Non so se il vero Santilli abbia partecipato alla stesura completa del plot, ma penso di sì dato che viene accreditato come produttore ed appare in coda al film, in ogni caso ciò che emerge è presto detto: un filmato, reale o finto non si sa, c’era. E solo Santilli l’ha visto. Quello che invece ha visto il resto del mondo è un tarocco con la T maiuscola. Sì perché secondo la ricostruzione una volta che Santilli acquistò la bobina da Barnett (che qui si chiama Harvey ed è interpretato dal grande caratterista Harry Dean Stanton), al suo ritorno in Inghilterra la pellicola si era ormai irrimediabilmente – o forse no – danneggiata. Così per sfuggire dalle mani di un perfido riccastro a cui aveva promesso di vendere il filmato, decise di ricostruire il set dell’autopsia in casa della sorella di Gary, di farsi dare un manichino dall’amico della nonna e di assoldare il suo kebabbaro di fiducia come regista. Il tutto devo ammettere che è parecchio divertente, soprattutto le continue incursioni della nonna che irrompe più volte durante le riprese per offrire biscottini agli “attori”.
Il tono della pellicola, molto british humor, è sempre leggero e piacevole. L’ora e mezza vola via che è un attimo, vuoi per interessi miei personali, vuoi perché la storia è costruita bene ed ha un colpo di scena finale molto romanzato ma che mi piace credere corrisponda alla realtà: ovvero che un proiezionista sia riuscito a recuperare parte del filmato originale in cui si vede l’essere alieno su una barella circondato da alcuni militari.
La sensazione è che la verità non la sapremo mai, soprattutto per bocca di Santilli che con questo filmato ci ha guadagnato una barcata di soldi vendendolo alle tv di mezzo mondo e di far luce sulla vicenda penso sia l’ultima cosa che desidera.
Quello di infettare con fantomatiche prove false lo scenario ufologico, si dice sia una delle manovre più diffuse da parte dei governi per coprire la verità. E una delle tante ipotesi sul Santilli Footage sosterrebbe che questo filmato è sì finto, ma creato appositamente dalle forze americane per sviare l’attenzione su qualcos’altro, anche se rimangono mille e più dubbi.
Comunque, alla fine della fiera, quel che sembra sicuro è che Ray Santilli è diventato ricco riempiendo un manichino con budella e frattaglie varie, se non ci credete guardate questo film, che al di là dell’interesse che si può avere sul tema trattato è fatto discretamente bene.
Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, sto parlando dell’ormai mitico filmato che Ray Santilli acquistò negli Stati Uniti da un ex cineoperatore militare, riguardante l’autopsia un essere alieno prelevato nel sedicente ufo crash di Roswell. In realtà oltre all’autopsia dell’umanoide, si dice che Santilli abbia comprato ventidue bobine da tre minuti ciascuna comprendenti delle riprese effettuate sul luogo dell’incidente, e il cosiddetto “video della tenda”. Ma anche in questo caso, come in tutto il resto della vicenda, ci sono informazioni contraddittorie in quanto si parla di ben 25 bobine. E confusa è pure la figura dell’ex militare, tale Jack Barnett, che pare essere stato sì nell’esercito ma fino al ’45. Per non parlare delle analisi effettuate sulla pellicola originale: alcuni affermano che la Kodak non abbia mai ricevuto frammenti della bobina, altri che non solo li avrebbe ricevuti ma che avrebbe confermato una datazione vicina a quella riferita.
Insomma, un gran bel casino. Questo film, girato nel 2006, è una godibile ricostruzione dei fatti presentata come il racconto di Santilli (impersonato da Declan Donnelly) e il socio Gary ad un regista interessato alla loro storia. Non so se il vero Santilli abbia partecipato alla stesura completa del plot, ma penso di sì dato che viene accreditato come produttore ed appare in coda al film, in ogni caso ciò che emerge è presto detto: un filmato, reale o finto non si sa, c’era. E solo Santilli l’ha visto. Quello che invece ha visto il resto del mondo è un tarocco con la T maiuscola. Sì perché secondo la ricostruzione una volta che Santilli acquistò la bobina da Barnett (che qui si chiama Harvey ed è interpretato dal grande caratterista Harry Dean Stanton), al suo ritorno in Inghilterra la pellicola si era ormai irrimediabilmente – o forse no – danneggiata. Così per sfuggire dalle mani di un perfido riccastro a cui aveva promesso di vendere il filmato, decise di ricostruire il set dell’autopsia in casa della sorella di Gary, di farsi dare un manichino dall’amico della nonna e di assoldare il suo kebabbaro di fiducia come regista. Il tutto devo ammettere che è parecchio divertente, soprattutto le continue incursioni della nonna che irrompe più volte durante le riprese per offrire biscottini agli “attori”.
Il tono della pellicola, molto british humor, è sempre leggero e piacevole. L’ora e mezza vola via che è un attimo, vuoi per interessi miei personali, vuoi perché la storia è costruita bene ed ha un colpo di scena finale molto romanzato ma che mi piace credere corrisponda alla realtà: ovvero che un proiezionista sia riuscito a recuperare parte del filmato originale in cui si vede l’essere alieno su una barella circondato da alcuni militari.
La sensazione è che la verità non la sapremo mai, soprattutto per bocca di Santilli che con questo filmato ci ha guadagnato una barcata di soldi vendendolo alle tv di mezzo mondo e di far luce sulla vicenda penso sia l’ultima cosa che desidera.
Quello di infettare con fantomatiche prove false lo scenario ufologico, si dice sia una delle manovre più diffuse da parte dei governi per coprire la verità. E una delle tante ipotesi sul Santilli Footage sosterrebbe che questo filmato è sì finto, ma creato appositamente dalle forze americane per sviare l’attenzione su qualcos’altro, anche se rimangono mille e più dubbi.
Comunque, alla fine della fiera, quel che sembra sicuro è che Ray Santilli è diventato ricco riempiendo un manichino con budella e frattaglie varie, se non ci credete guardate questo film, che al di là dell’interesse che si può avere sul tema trattato è fatto discretamente bene.
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