Jay e Claire si incontrano ogni mercoledì pomeriggio a casa di lui. Non si conoscono, non si parlano, l’uno non sa niente dell’altra e viceversa. Fanno solo sesso.
Ma a Jay non basta, frustrato dal divorzio, un mercoledì come tanti pedina la donna per scoprire che recita in un piccolo teatro. Qui fa conoscenza con Andy, il marito di Claire, del quale diventa “amico”. Nel frattempo la relazione con lei va a rotoli.
Patrice Chéreau ha il merito di aver fatto cominciare la storia in un periodo temporale successivo all’ordine cronologico degli eventi. Mi spiego: nei film a tinte rosa, che siano o meno infarciti di scene erotiche, c’è uno scheletro speculare per ognuna delle opere. Di solito si parte con una breve presentazione di lui e di lei, poi si passa al momento dell’incontro, per proseguire nel magic moment della coppia che si concluderà con un evento nefasto spaiatore. Dopodiché si presenta un di solito breve periodo di separazione e infine si giunge alla conclusione, più o meno felice a seconda dei casi. Intimacy per fortuna svia gli inutili preamboli e va subito al sodo: un uomo e una donna fanno sesso. Punto. Questo permette al regista di “spalmare” le personalità dei due protagonisti lungo la narrazione senza essersele bruciate in una banale introduzione che avrebbe rischiato di smussare le molteplici sfaccettature. Il riempimento della trama con le vicende personali di Jay e Claire permette al regista di non precipitare nel pruriginoso, ciò è significativo poiché come non ho mancato di rimarcare qui nel blog, accade troppo di frequente che in questi erotici gli autori finiscano per ostentare autocompiacimento da tutti i pori.
Con Intimacy viene data al sesso un’essenza adulta… come dire: non libidinosa. Nella loro nevrosi gli amplessi non sono né lussuriosi né piacevoli alla vista a causa dei corpi poco attraenti coinvolti. L’erotismo è la parola muta, un silenzio urlato di Jay e Claire, il mezzo di comunicazione fra questi due sconosciuti. Una volta interrotto il collegamento la coppia non riesce più a rapportarsi.
E da qui iniziano le dolenti note. Dal momento in cui Jay vuole scoprire cosa c’è dietro la donna Claire, il film perde qualcosa. Il fascino della vicenda accumulato nella prima parte si sgonfia nella seconda che denota una certa ripetitività scenica condita da dialoghi lontani dalla realtà: difficile che due persone sul precipizio legate da un filo così sottile si mettano a discutere in siffatta maniera.
E Claire insegnante di teatro lo sa bene: “Nessuno vi crederà mai”, dice bacchettando due studenti durante le prove. E cosa trascina con sé l’innaturalezza della situazione? Scarsa immedesimazione, e dunque mancata partecipazione a livello emotivo.
Qui ci sarebbe da discutere se un film va ragionato nell’ottica di quel che È o di quel che FA. Il dubbio è amletico e l’unica via d’uscita pare essere un diplomatico in medio stat virtus.
Per cui Intimacy sarà anche un buon film, ma non ha saputo toccarmi dentro, intimamente.
Ma a Jay non basta, frustrato dal divorzio, un mercoledì come tanti pedina la donna per scoprire che recita in un piccolo teatro. Qui fa conoscenza con Andy, il marito di Claire, del quale diventa “amico”. Nel frattempo la relazione con lei va a rotoli.
Patrice Chéreau ha il merito di aver fatto cominciare la storia in un periodo temporale successivo all’ordine cronologico degli eventi. Mi spiego: nei film a tinte rosa, che siano o meno infarciti di scene erotiche, c’è uno scheletro speculare per ognuna delle opere. Di solito si parte con una breve presentazione di lui e di lei, poi si passa al momento dell’incontro, per proseguire nel magic moment della coppia che si concluderà con un evento nefasto spaiatore. Dopodiché si presenta un di solito breve periodo di separazione e infine si giunge alla conclusione, più o meno felice a seconda dei casi. Intimacy per fortuna svia gli inutili preamboli e va subito al sodo: un uomo e una donna fanno sesso. Punto. Questo permette al regista di “spalmare” le personalità dei due protagonisti lungo la narrazione senza essersele bruciate in una banale introduzione che avrebbe rischiato di smussare le molteplici sfaccettature. Il riempimento della trama con le vicende personali di Jay e Claire permette al regista di non precipitare nel pruriginoso, ciò è significativo poiché come non ho mancato di rimarcare qui nel blog, accade troppo di frequente che in questi erotici gli autori finiscano per ostentare autocompiacimento da tutti i pori.
Con Intimacy viene data al sesso un’essenza adulta… come dire: non libidinosa. Nella loro nevrosi gli amplessi non sono né lussuriosi né piacevoli alla vista a causa dei corpi poco attraenti coinvolti. L’erotismo è la parola muta, un silenzio urlato di Jay e Claire, il mezzo di comunicazione fra questi due sconosciuti. Una volta interrotto il collegamento la coppia non riesce più a rapportarsi.
E da qui iniziano le dolenti note. Dal momento in cui Jay vuole scoprire cosa c’è dietro la donna Claire, il film perde qualcosa. Il fascino della vicenda accumulato nella prima parte si sgonfia nella seconda che denota una certa ripetitività scenica condita da dialoghi lontani dalla realtà: difficile che due persone sul precipizio legate da un filo così sottile si mettano a discutere in siffatta maniera.
E Claire insegnante di teatro lo sa bene: “Nessuno vi crederà mai”, dice bacchettando due studenti durante le prove. E cosa trascina con sé l’innaturalezza della situazione? Scarsa immedesimazione, e dunque mancata partecipazione a livello emotivo.
Qui ci sarebbe da discutere se un film va ragionato nell’ottica di quel che È o di quel che FA. Il dubbio è amletico e l’unica via d’uscita pare essere un diplomatico in medio stat virtus.
Per cui Intimacy sarà anche un buon film, ma non ha saputo toccarmi dentro, intimamente.
L'assunto di base mi ricorda "Una relazione privata" ma le analogie si fermano qui. Mi piacerebbe leggere una tua recensione a riguardo
RispondiEliminaNon lo conosco, ma perché no in fondo. Ogni tanto queste liaison erotiche me le guardo anche se con poca soddisfazione, quindi potrei buttarci gli occhi sopra.
RispondiEliminaInfatti il titolo originale, edulcorato in Italia, è Une liaison pornographique, ma di pornografico non ha veramente nulla. Darò anch'io una ripassata dato che non ricordo molto a parte il bel finale e il fastidio di alcune scene stile intervista.
RispondiEliminadal mio punto di vista si tratta di 2film entrambi nula più che discreti.-.-forse meno
RispondiElimina