Commedia-horror (moderatamente) divertente prodotta da Sean Cunningham (Venerdì 13, 1980) e diretta da Steve Miner che forte del sodalizio con Cunningham avrà l’onore di girare due sequel dell’assassino con la maschera da hockey.
Il titolo originale è semplicemente House, ma giusto perché in Italia non vogliamo farci mancare niente, tradurlo letteralmente avrebbe creato parecchia confusione con La casa (1981) di Sam Raimi, così si è optato per un titolo orripilante: Chi è sepolto in quella casa?
Le similitudini con il film di Raimi non si fermano soltanto al titolo e alla locandina – versione italiana, of course – che hanno eguale fattura, ma si potrebbe parlare di stesso genere, una sorta di horror demenziale ancora embrionale che anni più tardi partorirà, ad esempio, una serie fortunata come Scary Movie; serie in cui la parte comica prevale su quella horrorifica, mentre qui accade il contrario. Forse alcune scenette avrebbero avuto la necessità di essere approfondite perché i vari comprimari sono ben caratterizzati nel loro essere “macchiette”, purtroppo però non sono sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Il vicino impiccione l’avrei preferito più presente, anche perché Roger che vaga nella casa da solo in alcuni frangenti allenta l’attenzione dello spettatore. Inoltre avrei allungato in qualche modo le gag con la mano morta (vivente!) che sono molto simpatiche e meritavano più spazio.
Dal versante “paura” il film ne esce malconcio. Però non è propriamente un male questo. Gli sfx datati contribuiscono ad alleggerire l’atmosfera rendendola chiassosa, in linea con la storia surreale che si snoda via via che la pellicola procede. Certo è che seppur inserita in un contesto farsesco, la storia è caratterizzata da temi seri come il suicidio di una vecchia donna, la sparizione di un bambino, il dramma della guerra e i grattacapi di un divorzio. Queste rogne toccano da vicino il protagonista che è obbligato ad affrontare la casa per superarle. La casa è un esame di coscienza, un luogo di ricordi, il punto di partenza in cui tutto poi si conclude. Ma il risultato finale è troppo “leggero” per affrontare questi argomenti che vengono sfiorati appena, e in fondo va bene così.
Poteva uscirne un drammone violento tipo Dard Divorce (2007, paragone poco azzeccato ma non avendo tempo per parlare di DD l’ho infilato qua), ma nell’87 c’erano altre esigenza e aspettative. E quasi quasi io preferisco Chi è sepolto in quella casa? al film di Ittenbach, a volte per farsi “sentire” non c’è bisogno di far tanto “rumore”.
Le similitudini con il film di Raimi non si fermano soltanto al titolo e alla locandina – versione italiana, of course – che hanno eguale fattura, ma si potrebbe parlare di stesso genere, una sorta di horror demenziale ancora embrionale che anni più tardi partorirà, ad esempio, una serie fortunata come Scary Movie; serie in cui la parte comica prevale su quella horrorifica, mentre qui accade il contrario. Forse alcune scenette avrebbero avuto la necessità di essere approfondite perché i vari comprimari sono ben caratterizzati nel loro essere “macchiette”, purtroppo però non sono sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Il vicino impiccione l’avrei preferito più presente, anche perché Roger che vaga nella casa da solo in alcuni frangenti allenta l’attenzione dello spettatore. Inoltre avrei allungato in qualche modo le gag con la mano morta (vivente!) che sono molto simpatiche e meritavano più spazio.
Dal versante “paura” il film ne esce malconcio. Però non è propriamente un male questo. Gli sfx datati contribuiscono ad alleggerire l’atmosfera rendendola chiassosa, in linea con la storia surreale che si snoda via via che la pellicola procede. Certo è che seppur inserita in un contesto farsesco, la storia è caratterizzata da temi seri come il suicidio di una vecchia donna, la sparizione di un bambino, il dramma della guerra e i grattacapi di un divorzio. Queste rogne toccano da vicino il protagonista che è obbligato ad affrontare la casa per superarle. La casa è un esame di coscienza, un luogo di ricordi, il punto di partenza in cui tutto poi si conclude. Ma il risultato finale è troppo “leggero” per affrontare questi argomenti che vengono sfiorati appena, e in fondo va bene così.
Poteva uscirne un drammone violento tipo Dard Divorce (2007, paragone poco azzeccato ma non avendo tempo per parlare di DD l’ho infilato qua), ma nell’87 c’erano altre esigenza e aspettative. E quasi quasi io preferisco Chi è sepolto in quella casa? al film di Ittenbach, a volte per farsi “sentire” non c’è bisogno di far tanto “rumore”.
SPETTACOLO!!!
RispondiEliminaCredo di essere uno dei pochi ad essere in possesso del DVD edizione de luxe oltre che di quello base. Ci sono praticamente cresciuto con questo film!!! fantastica la scena del bambino che cammina di schiema con la mano del mostro attaccata alla camicetta...che dire STORICO!!!
Io l'ho guardato perchè me l'avevi consigliato te ;)
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