Al decimo piano vive un ragazzino.
È solo, e come per condanna, o forse per piacere, ha inventato tutto ciò che gli sta intorno. Con i suoi pensieri frammentati ha dato vita a persone che pian piano sono diventate parte di lui, gli è bastato una tastiera.
Ma poi, nelle notti solitarie all’ultimo piano, sente le sue creature amare, piangere, odiare, ridere, sognare: le sente vivere. Mentre in silenzio abbraccia donne invisibili, illusioni e chimere. Chiedendosi chi è più vivo tra lui e chi non esiste. E allora, in quelle notti passate alla finestra, si domanda se egli stesso non sia il pensiero distratto di qualcun altro.
È solo, e come per condanna, o forse per piacere, ha inventato tutto ciò che gli sta intorno. Con i suoi pensieri frammentati ha dato vita a persone che pian piano sono diventate parte di lui, gli è bastato una tastiera.
Ma poi, nelle notti solitarie all’ultimo piano, sente le sue creature amare, piangere, odiare, ridere, sognare: le sente vivere. Mentre in silenzio abbraccia donne invisibili, illusioni e chimere. Chiedendosi chi è più vivo tra lui e chi non esiste. E allora, in quelle notti passate alla finestra, si domanda se egli stesso non sia il pensiero distratto di qualcun altro.
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