lunedì 12 gennaio 2009

Lei era per me

Lei era per me il presente, l’ora, l’adesso, credevo il per sempre.
Lei era per me l’ossigeno del malato e la speranza del parente, lei era per me un sorriso di diamante. Lei era per me il tatto per il cieco, il bastone per lo zoppo, lei era per me la linea sopra il mare, lei era quella che chiamavo “Amore”.
Lei era per me le note di un pianoforte, lei era per me le sue labbra carnose, rosse e infuocate, lei era per me la carezza di un bimbo dalle dita affusolate.
Lei era per me il vento che gonfia le vele, lei era per me era la più perfetta delle tele, lei era per me l’acqua nel deserto, la bussola in mare aperto, l’ombrello sotto il cielo coperto.
Lei era per me il sangue che scorre dentro, nel cuore, nel centro, lei era per me il mio nome scandito, un’eco ai bordi dell’infinito.

Lei per me il caldo dell’inverno, nel fuoco del camino, l’amore di un bacino, lei era per me la speranza, l’essenza. Il senso, unico, intenso.
Lei era per me l’infinitamente mia, lei era poesia. Un petalo, una goccia, velluto e cristallo, Cenerentola all’ultimo ballo.
Lei era per me l’appiglio scalfito nel mio orgoglio, lei era per me il profumo, in un sussurro: “Ti amo”, consistenza di fumo. Lei era per me benzina, il calore e la spinta: una persona che conta nella mia vita in rimonta.
Lei era per me l’unica che vedevo ed il bene che le volevo, lei era per me uno sguardo sorridendo, lei era per me quella a cui stai pensando mentre stai leggendo.
Lei era per me tutto.

Lei era.

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