giovedì 4 dicembre 2008

Notte di caccia

Occhiaie.
Luca fissa il suo doppio allo specchio: “Ci siamo.” Spegne la luce ed esce dal bagno, questa notte è una notte di caccia.
I pantaloni mimetici del militare ormai gli stanno un po' stretti, qualche centimetro di pancia sborda dai calzoni, la maglietta verde gli copre appena l’ombelico, ciuffi di peli neri sbucano da sotto l’ orlo della t-shirt. Gli anfibi incrostati di fango si muovono veloci per la stanza, il cacciatore sta prendendo le ultime cose necessarie: “Torcia, coperta, birra, binocoli e un panino. Ho tutto.”
Cinque minuti dopo ingrana la prima sulla sua Panda 4X4, apre il cassettino sotto il cruscotto e sfila via alcuni giornaletti porno. “Utili per il riscaldamento.” Ridacchia.
Quando arriva nella sua postazione tra le frasche la luna è già alta nel cielo nero, stende la copertina a quadri sulle foglie secche, si accovaccia, e comincia ad aspettare.
Le luci di una Punto illuminano la piazzola a pochi metri da lui, abbagliato dai fari scorge un uomo e una donna sui sedili. “Perfetto.” Sussurra. “Proprio davanti a me.” Con estrema cautela inizia a sfogliare “Casalinghe vogliose”, dà uno sguardo al giornale e uno nei binocoli in direzione della macchina. L’uomo dell’auto spegne gli anabbaglianti e accende la lucina interna.
“Ti piace farlo con la luce accesa eh maiale?” Intanto si sbottona i pantaloni mimetici fissando l’elastico delle mutande sotto le palle, poi inizia a smanettarselo molto lentamente.
Grazie ai binocoli si accorge che la donna è giovane, avrà all’incirca 18 anni, l’uomo invece è più vecchio e si muove agilmente tra il sedile ed il cruscotto. Luca nota lo stupore sul volto della ragazza che si trova senza reggiseno in un secondo, il sedile su cui è seduta crolla all’indietro, l’uomo zompa sopra di lei calandosi i pantaloni e mettendo in mostra le chiappe bianche e pelose.
Il cacciatore aumenta la velocità, una goccia di sudore scivola lungo la sua tempia.
La ragazza, sotterrata dal corpo del partner, inizia a picchiare il pugno destro contro il finestrino laterale, emerge una all-star che sbatte ripetutamente sul cruscotto. L’uomo si ferma per un attimo, parlano.
Luca fa qualche passo avanti tra i rami, si mette in ginocchio senza mollare la presa del suo uccello.
I vetri iniziano ad appannarsi, i lamenti della ragazza trapassano le pareti della Punto.
“Questa è musica per le mie orecchie.” Beve un sorso di birra e continua nel suo movimento frenetico.
L’ultimo grido della giovane corrisponde all’orgasmo di Luca che schizza sulle foglie. La portiera della macchina si spalanca, il braccio dell’uomo spinge giù sull’asfalto il corpo esanime di quella che fino a poco prima era la sua fidanzata. “Ciao bella.” La voce roca giunge fino all’orecchio del cacciatore ancora affannato per lo sforzo. La giovane, con il viso posato sull’asfalto umido, vede volare i suoi vestiti fuori dal finestrino, poi il sub-woofer inizia a spingere l’ultimo pezzo di Kylie Minogue che sfuma piano piano mentre l’auto si allontana dalla piazzetta. Adesso non restano che i singhiozzi della piccola che quasi si confondono ai lamenti di un gufo appollaiato da qualche parte sugli alberi. Intorno, il buio profondo.
Luca deglutisce. È in ginocchio, davanti a lui il suo sperma ancora caldo cola da una foglia all’altra. Si riallaccia i pantaloni e rimane in silenzio tra i rami.
La ragazza, che si chiama Serena, piange e pensa alle parole di sua mamma: “Non frequentare quel ragazzo lì, è un bastardo, lo sanno tutti.” “Come sei vecchia mamma, io ormai sono grande e so riconoscere quando una persona è innamorata di me, e lui lo è.”
Ora che sentiva il sangue colare lungo le sue esile gambe, odiava quell’uomo che le aveva appena strappato la sua verginità.
Luca esce a piccoli passi dalla boscaglia, con la torcia illumina il corpo di Serena distesa per terra.
Lei si mette seduta coprendosi gli occhi con una mano per il bagliore della pila: “A-aiutami…ti prego.” Sul viso porta i segni del mascara diluito con le lacrime, lungo i fianchi il cacciatore nota la pelle arrossata dalle manate dell’uomo, le mutandine macchiate di sangue sono scivolate quasi fino alle caviglie.
“Ti supplico…aiutami…ti prego…”
Gli occhi di Luca brillano come la luna sopra di loro, appoggia la torcia per terra e avvicinandosi a Serena le sussurra all’orecchio:”Io sono un cacciatore, e questa è la mia notte fortunata.” Con una mano schiaffa la testa della ragazza a terra, con l’altra spalanca le cosce insanguinate.
Nonostante si sia appena masturbato i corpi cavernosi all’interno del suo pene riescono a trattenere il sangue arterioso facendogli raggiungere un’erezione sufficiente. Quando percepisce il calore della povera ragazza, ben diverso da quello della sua mano, pensa che questa è la notte più bella della sua vita.
Serena non ha la forza di reagire, non prova più dolore, nemmeno odio o disperazione. Non prova più niente.
Luca si stacca dal suo corpo e sibila: “Ti sono venuto dentro.” E ridacchia allontanandosi.
Lei rimane distesa guardando andare via l’uomo che le ha appena strappato l’anima, tra le gambe si mischiano il suo sangue e lo sperma di due uomini diversi. Il giorno dopo potrà sciacquare via tutto, ma non dimenticherà mai la notte in cui le rubarono la sua dignità.

2 commenti:

  1. Il presente racconto l'ho scritto per un concorso che aveva come tema centrale il "sangue", indetto dal sito Cravenroad7.it.
    La segnalazione è dovuta al fatto che l'amministratore del sito ha creato un e-book( http://www.cravenroad7.it/racconti/Cravenbook1.pdf)contenente tutti i racconti partecipanti,compreso questo.

    A distanza di qualche mese mi accorgo di quanto questo scritto sia vuoto,privo di significato. Le cose sono così come le ho raccontate,non c'è niente dietro,e questo non mi piace.
    Negli ultimi mesi credo di essere cresciuto molto,non scrivo più cose così(ho alcuni racconti che seguono questa falsa riga,li pubblicherò ma è roba anche più vecchia di Notte di caccia).
    Quando sarò un affermato scrittore rinnegherò questo mio "periodo":p

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  2. Interessante e divertente notare come entrambi, quasi lo stesso giorno, abbiamo deciso di pubblicare i racconti con i quali abbiamo partecipato al contest.
    Al di là della coincidenza in sé, è anche curioso notare come entrambi ci siamo slogati i polsi mettendo le mani avanti per proteggerci da un certo disagio nei confronti del nostro lavoro.
    Va bene così.
    Una lucida autocritica presuppone evoluzione e miglioramento.

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