mercoledì 9 marzo 2011

Non è ancora domani (La pivellina)

IERI

Non è ancora domani perché il domani non conta.
In un grumo di roulotte nascoste da usurati cartelloni elettorali la vita scorre sul momento, e la premiata ditta Covi-Frimmel la riprende così com’è: estetica zero, aderenza assoluta alla realtà: nei nomi, gli stessi di battesimo, e nelle componenti della diegesi: solo luci naturali, sonoro in presa diretta, ambienti contestualizzati, attori non-attori, camera pedissequamente traballante appiccicata ai protagonisti. La semplicità è cinematizzata.
Non si pensa a quello che deve venire, c’è un circo itinerante, il circo più triste del mondo da mantenere (ma sono divertenti i circhi?). Mussolini è una statua di cera pelata, l’educazione scolastica in questa porzione urbana è pressoché superflua, molto meglio impratichirsi nel fare a botte senza però dimenticarsi di rispettare l’avversario, i colpi a terra non valgono. I soldi sono pochi, pochissimi, ma è meglio vivere giorno per giorno.

OGGI

Non è ancora domani perché il domani è oggi.
Patty cercando il proprio cane trova un confettino rosa che dondola sull’altalena. Sotto un cielo umido che mai lascerà passare un raggio di sole, la luce arriva in 60 centimetri di tenerezza che la famiglia allargata si mette amorevolmente e materialmente sulle spalle. Un dono del cielo (ma non quello che li sovrasta) senza parola, ma con una verità incontrovertibile che solo i bambini possono avere, e che questo cinema, nei limiti, fa sua diventando un’arte povera (/semplice) e, meraviglia del paradosso, allo stesso tempo ricca, raccontando come anche nelle succursali del nostro genere, anche nei reietti, anche in una donna vecchia, così viene detto, sgraziata e dai capelli fucsia, vi sia ancora un sentimento di benevola prossimità, dell’accettare, del dividere e non del condividere.
Non è ancora domani perché il domani è Asia, o Aia, lei ha il futuro davanti a sé, lo si dice nel brindisi in suo onore, lei sarà una piccola grande speranza vestita, appunto, di verde, lei sarà il domani.

Neo-neorealismo del nuovo millennio. Cambiano alcuni aspetti ma la miseria sempre miseria è. Per fortuna anche l’umanità, o quel poco che ne rimane, e “stranamente” per ricordarcelo abbiamo dovuto attendere due registi che battono bandiera austriaca, ma guarda un po’.

9 commenti:

  1. ma guarda un po' davvero!
    dev'essere proprio un bel film per averci scritto quelle parole.
    segno :)

    RispondiElimina
  2. confesso che, leggendo qua e là, l'avevo bollato come una visione pallosa; ma adesso, leggendo le tue parole, mi sono ricreduto un bel po'. segno anch'io :)

    RispondiElimina
  3. mi ha lasciato senza parole, visto d'estate, all'aperto, meno male che qualcuno fa, e qualcuno porta film così, un regalo, per me.
    Zavattini e De Sica hanno lasciato dei segni, meno male.

    RispondiElimina
  4. Credo che una dei registi (Tizza Covi) sia italiana (bolzanina). Un bel film, delicato, intenso. La bambina è fenomenale! ^^

    RispondiElimina
  5. Sìsì è così, ma il mio voleva solo essere un cieco attacco verso il cinema italiano e soprattutto chi lo fa :D

    Segna anche te Einzi, come dice l'amico Ismaele è un regalo, di quelli senza pacchetto, lontani da natale e altre cazzate: è sincero. E poi potrà anche non piacere, ma non credo per noia, a meno che uno non vada in estasi per robottoni che esplodono e fanno brooomm sdriinnngg e waaaam, ma di certo non è il tuo caso.

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  7. condivido ovviamente! Bel film semplice e diretto.



    E... in fondo a destra vedo Francesca Woodman, bravo eraser! :)

    RispondiElimina
  8. Bravo te che la conosci! Io ho visto assolutamente per caso un film biografico su di lei (http://www.imdb.com/title/tt0485759/) e mi ha colpito subito.

    RispondiElimina