Qualcuno diceva che uno dei mestieri più nobili è quello di costruire ponti. Herzog non è di certo un ingegnere, ma con la sua ultima fatica è riuscito a collegare due ere lontanissime (il Paleolitico e il mondo contemporaneo) attraverso l’arte, ovvero il suo cinema. Ma soprattutto allaccia saldamente un’atavica espressione artistica come le pitture rupestri all’interno della grotta con la recente tecnologia cinematografica: il 3D. Magnifico.
Caves of Forgotten Dreams, speriamo al più presto sui nostri schermi.
Caves of Forgotten Dreams, speriamo al più presto sui nostri schermi.
speriamo sì!
RispondiEliminaciao eraser :)
ti dirò, quando ho letto che era in 3D ho deciso di lasciar perdere...(idem per l'ultimo Wenders, anche lui in 3D).
RispondiEliminaSempre lieto di sbagliarmi, s'intende.
(nel senso che se mancano le idee ci si aggrappa al 3D, va quasi sempre a finire così: ma il 3D esiste da cent'anni - vedi "I fratelli Skladanowski" di Wenders)
Sì guarda Giuliano, come si suol dire, tu sfondi una porta aperta. Parli con uno che non è andato a vedere Avatar e che in generale nella sua vita non ha mai visto un film 3D. Sono uno snobista di questa tecnica che si prende anche il rischio di perdersi qualche buon lavoro, ma vabbè. Qui però mi sembra che il 3D sia funzionale per creare questo ponte e abbia così la sua ragion d'essere, poi ovviamente saranno i fatti a parlare (ma su IMDb ha già una bella votazione).
RispondiEliminaCiao roby!