L’inizio è terrificante: mai visto un Dylan meno Dylan di questo. Quando Johanna, la cliente di turno, espone il suo caso, non solo il Nostro accetta subito, ma, addirittura, si precipita immediatamente nel negozio di giocattoli, luogo del presunto attentato.
Roba da pazzi.
Dov’è quel Dylan scetticone che ci ha accompagnato per tutti questi anni? Mignacco avrebbe potuto salvarsi in corner tirando fuori il quinto senso e mezzo, invece niente, di sicuro Dylan quando smetterà di fare l’indagatore dell’incubo sarà un buon artificiere.
Proseguendo le cose non migliorano molto, le premonizioni sulle vite future delle vittime si rifanno tali e quali a quelle di Attraverso lo specchio (per citarne uno, nonché il primo), qui però scatta un discorso importante, se si critica gli ultimi sceneggiatori di Dyd lo si fa perché li si accusa di un certo snaturamento del personaggio, in questo caso, in cui viene riproposta una carrellata sulle vite di alcune persone che “sa” molto di Dylan old-style, si potrebbe avere di che gioire, ma sinceramente sono stufo di queste scopiazzature e quello che chiedo è innovazione con una strizzatine d’occhio al passato, Il feroce Takkur di Medda è l’esempio di ciò che desidero.
Superate le prime cinquanta pagine in cui Dylan si diletta a disinnescare bombe al plastico, la storia si fa un pelo più avvincente ed ha i suoi buoni momenti; la predizione della morte del Nostro è, però, un po’ forzata: per quale motivo l’orologio è fermo da un giorno? E soprattutto perché Johanna prende un treno nella stessa stazione e sullo stesso binario di quelli dell’attentato? Io non mi sarei avvicinato per almeno un annetto buono! Comunque vedere l’indagatore dell’incubo morire fa sempre un certo effetto, anche perché mette curiosità nel lettore per vedere come l’autore esce fuori dall’impiccio. Chiaverotti in La sfida aveva risolto il tutto con un semplice videogioco, sinceramente questa spiegazione non mi era garbata, anche se Groucho suicida mi fece rabbrividire, in Appuntamento con il destino Mignacco usa la Morte come chiave della storia, una Morte burlona e bastarda che vuole prendersi Dylan prima del previsto, ed anche ironica quando dice a Johanna che probabilmente è la donna che più lo ha amato e che lui non lo saprà mai, sì vabbè adesso non esageriamo, Lillie e Bree si staranno rivoltando nella tomba.
Dov’è quel Dylan scetticone che ci ha accompagnato per tutti questi anni? Mignacco avrebbe potuto salvarsi in corner tirando fuori il quinto senso e mezzo, invece niente, di sicuro Dylan quando smetterà di fare l’indagatore dell’incubo sarà un buon artificiere.
Proseguendo le cose non migliorano molto, le premonizioni sulle vite future delle vittime si rifanno tali e quali a quelle di Attraverso lo specchio (per citarne uno, nonché il primo), qui però scatta un discorso importante, se si critica gli ultimi sceneggiatori di Dyd lo si fa perché li si accusa di un certo snaturamento del personaggio, in questo caso, in cui viene riproposta una carrellata sulle vite di alcune persone che “sa” molto di Dylan old-style, si potrebbe avere di che gioire, ma sinceramente sono stufo di queste scopiazzature e quello che chiedo è innovazione con una strizzatine d’occhio al passato, Il feroce Takkur di Medda è l’esempio di ciò che desidero.
Superate le prime cinquanta pagine in cui Dylan si diletta a disinnescare bombe al plastico, la storia si fa un pelo più avvincente ed ha i suoi buoni momenti; la predizione della morte del Nostro è, però, un po’ forzata: per quale motivo l’orologio è fermo da un giorno? E soprattutto perché Johanna prende un treno nella stessa stazione e sullo stesso binario di quelli dell’attentato? Io non mi sarei avvicinato per almeno un annetto buono! Comunque vedere l’indagatore dell’incubo morire fa sempre un certo effetto, anche perché mette curiosità nel lettore per vedere come l’autore esce fuori dall’impiccio. Chiaverotti in La sfida aveva risolto il tutto con un semplice videogioco, sinceramente questa spiegazione non mi era garbata, anche se Groucho suicida mi fece rabbrividire, in Appuntamento con il destino Mignacco usa la Morte come chiave della storia, una Morte burlona e bastarda che vuole prendersi Dylan prima del previsto, ed anche ironica quando dice a Johanna che probabilmente è la donna che più lo ha amato e che lui non lo saprà mai, sì vabbè adesso non esageriamo, Lillie e Bree si staranno rivoltando nella tomba.
Copertina e disegni sulla soglia dell'accettabilità.
Amen.
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