venerdì 24 novembre 2017

Milch

Giunto a Igor Kovalyov leggendo un’intervista (link) agli autori di Oh Willy... (2012) che lo citavano come fonte di ispirazione per il loro lavoro, mi sono subito fiondato a scatola chiusa sul primo corto che ho potuto recuperare: Milch (2005), e devo dire che alla fine è risultato difficile tracciare un’idea precisa di quanto visto. È sicuramente un oggetto molto strano orbitante intorno alla figura di una donna che consegna il latte a domicilio e di un padre nerboruto invaghito della suddetta, all’interno del quadro famigliare che comprende anche la moglie e una coppia di anziani (forse i nonni, forse il nonno più la badante), Kovalyov piazza un personaggio parecchio ambiguo come il figlioletto che pare un nodo cruciale della non-storia. Dico “non” perché su un aspetto credo si possa concordare: l’animatore nato a Kiev è disinteressato ad una logicità narrativa poiché il corto procede più per situazioni suggestionanti che mirano a stimolare tematiche senza che avvenga la loro esplicitazione. Ne consegue che una questione rilevante è lo stato fibrillante del bambino forse in balia di emergenti pulsioni sessuali, nonché, procedendo per ipotesi, una sorta di identificazione tra padre e figlio con comune denominatore l’attrazione verso la ragazza del latte. Teorie inconfutabili e che comunque nessuno avrà voglia di confutare.

Intrigante è invece la resa estetica che ci propone uno studio artistico dove i corpi umani, goffi e inespressivi, sembrano usciti dal pennello di un Botero sotto effetto di stupefacenti. L’allestimento bidimensionale non depotenzia l’atmosfera greve che il regista voleva imprimere, e c’è da ammettere infatti che la forma sa reggere da sola il film. Sebbene non via siano particolari picchi, il senso occludente, umido e lievemente perverso di Milch lo rendono un titolo più forte sul piano seduttivo che su quello comprensivo, e a me va bene così. Se il nome di Igor Kovalyov vi suona completamente sconosciuto, sappiate invece che quasi per certo avete già visto della roba firmata da lui, parliamo infatti dell’autore di Rugrats - Il film (1998) e di alcuni episodi della serie tv.

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