Nuvole nere scorrono sui picchi acuminati delle montagne, a valle, tra i ciottoli e i cespugli bassi, figure avvolte in tuniche nere schiaffeggiate dal vento osservano un uomo che soffre impotente inchiodato ad una croce. Non è il Golgota ma il Supramonte, come Gesù, Giuda, Pietro, Maria e gli apostoli non provengono dalla Palestina ma dalla Sardegna e non parlano l’aramaico bensì il dialetto sardo. Il progetto di Giovanni Columbu, che ha avuto una gestazione piuttosto lunga a causa della complessità del soggetto e delle problematiche relative al reperimento dei fondi, è un progetto che vale perché simbolo di un cinema nostrano e sotterraneo per nulla mansueto, aspro in ogni suo aspetto: Su Re (2012) è film che innanzitutto si prende l’onere di raccontare il Vangelo, e lo fa senza intenti parabolici ma solo perché, parole di Columbu (link), la storia in sé è bella e forte e merita, anche oggidì, di essere proposta ancora una volta. Narrare il risaputo attraverso una forma innovativa: al pari di Arcipelaghi (2001) l’architetto nuorese scompagina la linearità temporale, spezzetta gli accadimenti e li rimescola in un flusso pieno di passi in avanti controbilanciati da salti all’indietro; dal momento della crocifissione, il flashback (sorprendente quello di Maria che rivede davanti a sé i tre Magi) diventa la benzina che esplora in modo sconnesso i celebri passi biblici, e allora per noi tutto diventa un cupo viaggio tra barbe ispide e rughe che si direbbero centenarie, storditi da una lingua estranea, traumatizzati da un Cristo con il volto grossolano e dolente, quindi terreno, un Cristo lontano ere ed ere dalla salvezza.
Su Re ferisce per la sua rivisitazione conficcata in un humus che sebbene non appartenente alla vera storia è capace di renderla totalmente credibile, anzi, la rende più credibile di qualunque altra patinata messinscena della Passione dove lo strazio di Gesù è gratuitamente ingigantito, e Columbu, consciamente, ha compreso che l’universalità del sacrificio può avere anche cornice e interpreti avulsi all’etichetta; non importa che il cinema segua pedissequamente le sacre scritture, le dottrine, la catechesi, ciò che importa è che abbia un cuore pulsante fatto di intraprendenza artistica dove la primordialità si istituisce in un’evoluzione che non abbandona le radici, uno sguardo del presente (e del futuro) su ciò che immutabile rimane.
'Nsomma, da vedere, soprattutto perchè credo -spero- ancora in sala
RispondiEliminaMi sa che essermelo perso allo scorso TFF è stata una cazzata.
RispondiEliminaspero stia girando in "continente", questo film ruvido e prezioso.
RispondiElimina@ rombro: hai ragione:)
credo che Giovanni Columbu farebbe una correzione, non nuorese, ma di Ollolai
questo era il padre (http://stanlec.blogspot.it/2013/03/michele-columbu-il-sindaco-maratoneta.html)
speriamo che qualche Guillermo del Toro o un Martin Scorsese, se in Italia non c'è nessuno, veda il film, chiami Columbu e gli dica: tieni i soldi, fai i film che vuoi, mica possiamo aspettare altri 12 anni per un altro film tuo.
come si chiamano gli abitanti di Ollolai? :)
EliminaOllolaesi:)
Eliminama nuorese lo capiscono tutti:)))
rombro mi ha anticipato... stavo per scrivere esattamente la stessa cosa
RispondiEliminacondividendo la speranza di ismaele, la curiosità aumenta, ma nelle sale, in queste perdute lande, credo non arriverà mai, devo aspettare la prossima pasqua:)
RispondiEliminaGran colpo di deretano per chi sta a Torino: stasera al Cinema Centrale di via Carlo Alberto proiettano Su Re e sarà presente anche Giovanni Columbu! Il tutto a tariffa unica del mercoledì: €4! http://cinemacentrale.wordpress.com/
RispondiEliminaMi sa che Columbu sta girando i cinema del nord per promuovere il film (ieri sera era a Genova).
EliminaPer il resto che dire, non è un film "piacevole", nel senso che non godrete durante la visione, anzi vi sentirete scomodi e sofferenti. Va visto, soprattutto perché uno dei nostri sport preferiti è quello di bistrattare il cinema italiano, una volta che c'è un'opera degna perdersela è un peccato.
Visto l'argomento colgo l'occasione per invitarvi a vedere Un giorno devi andare, è un film bellissimo, anche se ancora devo vederlo.
Ma non c'è nemmeno bisogno di specificarlo dai...sto blog dispensa tutto tranne che film "piacevoli"...in questo caso poi, per 4 euro cacati, ben vengano scomodità e sofferenza :)
EliminaC'era il trailer di "Un giorno devi andare" stasera prima della proiezione e si, credo proprio che lo vedrò.
Eliminaa Milano http://www.movieplayer.it/cinema/milano/?film=su-re_33548
RispondiEliminaa Roma http://www.movieplayer.it/cinema/roma/?film=su-re_33548
Vedo che hai a cuore questo film, se ho ben capito sei sardo, sbaglio? :)
Eliminainequivocabilmente:)
Eliminase fossi Stanislao Moulinsky direi: "Maledetto Carter, mi ha scoperto anke stavolta"
o sei troppo giovane per ricordarlo? (http://www.youtube.com/watch?v=72gZlFC-AQs)
A questo punto, nonostante i pregiudizi che me lo hanno fatto bollare come radical chic, dovrò vederlo!
RispondiEliminaNon ho ben chiaro come sia un film radical chic, comunque non credo proprio che Su Re possa definirsi così.
RispondiEliminaEffettivamente sono rimasto un po' interdetto perchè probabilmente mi aspettavo qualche risvolto al di là della storia che tutti conosciamo..ma leggendo ora il tuo post mi rendo conto che non c'è altro rispetto a quanto hai scritto: una trasposizione della crocifissione senza pacchianate provocatorie e con un taglio "terra terra" che in realtà lo rende più spirituale di quanto possano offrire altri film sull'argomento.
RispondiEliminaAlla fine Columbu non era presente e in sala eravamo tipo in 6...
Comunque tra barbe e cappucci non ho potuto fare a meno di pensare a Padre Maronno :D
Bisogna concentrarsi sull'esposizione di Columbu che secondo me merita molto, il suo zigzagare tra prima e dopo, il suo non confermarsi alla linearità degli eventi lo rende un coraggioso sperimentatore perché si tratta pur sempre della storia di Cristo, roba che molta gente prende sul serio di brutto.
RispondiEliminaComunque anche nella storia in sé c'è stato un momento che mi ha sorpreso, ovvero quando i sacerdoti o quello che sono dicono cose del tipo: "se davvero è il figlio di dio che la maledizione si abbatta su di noi". Non è che io conosca il vangelo a memoria, anzi, ma questo passo non lo ricordavo.
Se ti può consolare quando l'ho visto io eravamo in tre.