Una rana uccisa soltanto
per ludibrio personale, nell’ottica fanciullesca l’onnipotenza
umana riassunta nell’atto di sacrificare la vita di un essere
vivente per il proprio divertimento. Giocare sulla pelle degli
altri, sentirsi degli dei in terra (degli dei del grano): la visione
e narrazione bambino-centrica di Philip Ridley, artista
pluridisciplinare, si avvale di questo incanto tipico dell’infanzia
(“cos’è un pervertito?”), similare, perché no, a quello di
Jaco Van Dormael, ma con più di una mano di pittura nera a
rabbuiarlo. Se di film di formazione si tratta, il piccolo Seth è il
centro di un mondo, creato da egli stesso, che si adatta
fantasticamente alla cruda realtà dei fatti, e la possibile
deformazione si tramuta in spensieratezza grazie alla
prepotenza dell’immaginazione. D’altronde il regista non si
nasconde: l’elenco di turpitudini è lungo, eppure gli occhi del
protagonista a cui tocca vedere cose che non competono alla sua età
(da Dolphin che si masturba, al padre che si ammazza), filtrano a mo’
di fiaba la tragica eloquenza del reale. Ridley è il setaccio che a
mano a mano stringe sempre più le sue maglie fino a che l’illusione
stinge e resta solo un lancinante grido di dolore che coincide, molto
probabilmente, con la fine dell’innocenza.
Considerato là e qui
come un cult, The Reflecting Skin (1990) può vantare una stordente
predisposizione nel catturare l’Immagine. Grazie al suo formato
panoramico gli esterni esplodono sullo schermo e la lente della mdp
si esalta nel certificare l’acceso contrasto tra il cielo cobalto e
la sottostante terra dorata. Piena soddisfazione anche nel campo dei
particolari che diventano finezze registiche di prim’ordine, dal
viso insanguinato dell’incipit al tramonto (simbolico!) del finale,
il concerto filmico, diretto alla grande trattandosi di un esordio,
annovera note inqualificabili come le due autoctone che camminano a
braccetto o come il feto finto trovato dentro ad un uovo. Due
elementi che conferiscono una percentuale weird ad un’opera
che comunque fa ripetutamente l’occhiolino alla dimensione del
perturbante.
Giusto per mettere la
pulce nell’orecchio a voi lettori, il sottoscritto con le parole
che seguono non intende sminuire l’aura da culto che la pellicola
merita, tuttavia si permette di segnalare due aspetti che poco si
conciliano con il suo gusto personale. Il primo riguarda
quell’accanimento, quel rincarare continuamente la dose nella
composizione tragica della storia. Certo, la depurazione favolistica
attenua il carico, ma una madre frustata, un padre pedofilo, un
fratello che si innamora di un vampiro, la dipartita dei
propri amici a causa di uno spietato gruppo di bulli, sono tutte
componenti che producono un persistente squilibrio emotivo, possibili
escamotage per calamitare la concentrazione spettatoriale.
Il secondo aspetto è
invece qualcosa di non traducibile in parole, qualcosa di simile
all’espressione acritica “è un bel film/non lo è”. Riflessi
sulla pelle è un bel film. Punto. Ma c’è anche una virgola: viste
le carte in tavola poteva essere bellissimo, invece, per quanto mi
riguarda, tutto si ferma uno o due passi prima del completo decollo
empatico. È una questione di doxa, come sempre del resto.
Ho una versione tralasciata da qualche anno con audio altissimo e fruscio di sottofondo che mi fece desistere dal vederlo...non è che nel frattempo se ne trova uno rippato più decentemente?
RispondiEliminaNon saprei dirti perché io ho approfittato di un passaggio televisivo qualche tempo fa, un'occhiata ai palinsesti dei canali digitali Rai buttacela, lo hanno dato almeno 2 o 3 volte nell'ultimo anno, idem per il successivo Sinistre ossessioni (che non sono riuscito a vedere).
RispondiEliminaPhilip Ridley è uno scrittore bravissimo e riesce a stupire come regista.
RispondiEliminaquesto è un film che colpisce, certo è molto terribile, tutte le sfighe sono una dopo l'altra, ma è un gran bel vedere.
comunque preferisco Ridley come scrittore.
Quando lo vidi 5 anni fa mi colpì moltissimo. Mi colpì l'ambientazione, la meravigliosa fotografia e anche la trama non mi dispiacque.
RispondiEliminaL'ho rivisto l'anno scorso e devo dire che concordo con te, l'ho ridimensionato. Un po' artificioso e un po' "ruffiano ".
Tutti i cult hanno dei difetti, altrimenti non sarebbero dei cult. :)
RispondiEliminaIo l'ho visto una sola volta e ne conservo ancora la 'visione' luminosa; non credo azzarderò la seconda. Son fatta così, non approfondisco… sempre! :D
RispondiEliminasei l'unico petrolio che si trova in superficie :)
RispondiEliminaNon so se tu abbia meno di duecento iscritti - dubito - a ogni modo, ti è stato affibbiato un Liebster aw.
RispondiEliminaGrazie! anche se non so esattamente cosa sia.
RispondiEliminaTotale disaccordo, non è bellissimo, ma qualcosa di più.
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