Sono una brava persona, faccio il chirurgo.
Ho avuto una moglie, era bella: è morta.
Mi ha lasciato il giorno in cui ha partorito mio figlio, complicazioni post-parto hanno detto. Un funerale, parecchie lacrime, qualche pacca sulla spalla e dei fiori sulla tomba, vado spesso a trovarla perché sono una brava persona, e faccio il chirurgo.
Ho cercato di dimenticarla, col rum, con la coca, anche con un paio di troie. Niente da fare. La sentivo nell’alcol, la vedevo nella droga, la possedevo con le battone. Per un certo periodo ho anche frequentato una donna, un’infermiera dell’ospedale, carina, bel corpo, grandi tette soprattutto, se vi interessa la potete trovare sul fondo del lago dentro la sua macchina, non dovrebbe essere difficile beccarla visto che laggiù c’è poco traffico. Sono una brava persona, ve l’ho detto, però chi manca di rispetto si merita una punizione: “La smetti di parlare sempre di tua moglie?!” Sì, la merita proprio.
Grazie ad un amico chirurgo plastico sono riuscito a costruire una maschera con i tratti della mia adorata mogliettina, all’inizio era piacevole, le puttane che mi scopavo non facevano troppe domande, io le pagavo e loro si infilavano la maschera, semplice. Non era il massimo perché rispetto al mio amore puzzavano di nicotina e di uomo, ma mi accontentavo. Una notte però una sporca mulatta ebbe il coraggio di buttare giù dal finestrino la maschera, inutile dirvi che passai sul corpo di quella sgualdrina con le ruote del mio Cayenne fino a ridurla una poltiglia di ossa tritate.
Sono una brava persona, ma ho fatto degli errori, lo ammetto. Come potevo, però, lasciare in vita un lurido cane che pisciava sulla tomba di Lei? Ditemi cosa potevo fare? Il bello è che il padrone aveva da ridire mentre lo prendevo a pietrate… idiota! Ha fatto la fine del suo cane.
A parte questi inconvenienti la mia vita da vedovo è stata davvero vuota, non è facile andare avanti se manca una parte di te; ora che sono passati cinque anni mi rendo conto di quanto lei era essenziale per la mia esistenza, e se la scorsa notte non mi fossi accorto che la soluzione di tutto era sempre stata sotto i miei occhi, avrei preso seriamente in considerazione l’eventualità del suicidio.
Poche ore fa, rimboccando le coperte a mio figlio, mi sono accorto dell’incredibile somiglianza tra lui e la mia adorata: stessi lineamenti, stesso colore di capelli, stessi occhi, stesse lebbra. È stato come rinascere, riemergere dal buio in cui ero sprofondato da parecchi anni.
Io sono un chirurgo.
Adesso sto effettuando l’incannulazione di una vena della mano destra di mio figlio attraverso la quale gli somministrerò i farmaci anestetici e le soluzioni saline per mantenere l’equilibrio idrico del suo organismo. Sono teso, è l’operazione più importante della mia vita.
Prima di cominciare mi ha chiesto: “Papà ma a che serve questa operazione?” Gli ho risposto che serve a me.
In fondo ha solo cinque anni, si abituerà.
Ho avuto una moglie, era bella: è morta.
Mi ha lasciato il giorno in cui ha partorito mio figlio, complicazioni post-parto hanno detto. Un funerale, parecchie lacrime, qualche pacca sulla spalla e dei fiori sulla tomba, vado spesso a trovarla perché sono una brava persona, e faccio il chirurgo.
Ho cercato di dimenticarla, col rum, con la coca, anche con un paio di troie. Niente da fare. La sentivo nell’alcol, la vedevo nella droga, la possedevo con le battone. Per un certo periodo ho anche frequentato una donna, un’infermiera dell’ospedale, carina, bel corpo, grandi tette soprattutto, se vi interessa la potete trovare sul fondo del lago dentro la sua macchina, non dovrebbe essere difficile beccarla visto che laggiù c’è poco traffico. Sono una brava persona, ve l’ho detto, però chi manca di rispetto si merita una punizione: “La smetti di parlare sempre di tua moglie?!” Sì, la merita proprio.
Grazie ad un amico chirurgo plastico sono riuscito a costruire una maschera con i tratti della mia adorata mogliettina, all’inizio era piacevole, le puttane che mi scopavo non facevano troppe domande, io le pagavo e loro si infilavano la maschera, semplice. Non era il massimo perché rispetto al mio amore puzzavano di nicotina e di uomo, ma mi accontentavo. Una notte però una sporca mulatta ebbe il coraggio di buttare giù dal finestrino la maschera, inutile dirvi che passai sul corpo di quella sgualdrina con le ruote del mio Cayenne fino a ridurla una poltiglia di ossa tritate.
Sono una brava persona, ma ho fatto degli errori, lo ammetto. Come potevo, però, lasciare in vita un lurido cane che pisciava sulla tomba di Lei? Ditemi cosa potevo fare? Il bello è che il padrone aveva da ridire mentre lo prendevo a pietrate… idiota! Ha fatto la fine del suo cane.
A parte questi inconvenienti la mia vita da vedovo è stata davvero vuota, non è facile andare avanti se manca una parte di te; ora che sono passati cinque anni mi rendo conto di quanto lei era essenziale per la mia esistenza, e se la scorsa notte non mi fossi accorto che la soluzione di tutto era sempre stata sotto i miei occhi, avrei preso seriamente in considerazione l’eventualità del suicidio.
Poche ore fa, rimboccando le coperte a mio figlio, mi sono accorto dell’incredibile somiglianza tra lui e la mia adorata: stessi lineamenti, stesso colore di capelli, stessi occhi, stesse lebbra. È stato come rinascere, riemergere dal buio in cui ero sprofondato da parecchi anni.
Io sono un chirurgo.
Adesso sto effettuando l’incannulazione di una vena della mano destra di mio figlio attraverso la quale gli somministrerò i farmaci anestetici e le soluzioni saline per mantenere l’equilibrio idrico del suo organismo. Sono teso, è l’operazione più importante della mia vita.
Prima di cominciare mi ha chiesto: “Papà ma a che serve questa operazione?” Gli ho risposto che serve a me.
In fondo ha solo cinque anni, si abituerà.
lo hai scritto tu?l'ho trovato notevole..asciutto,per nulla banale,essenziale..saprai che faccio l'editore di mestiere..se ne hai altri..pensi di pubblicarli?fammi sapere
RispondiEliminaciao roberto
Sì, no, Roberio, tutte le cose che stanno sotto l'etichetta "Robe mie" le ho scritte di mio pugno, cosiccome le sei robe che metterò nei prossimi sei giorni. E' solo un divertissement, la scrittura ha sempre avuto una funzione terapeutica per me: quando sto male scrivo, quindi scrivo spesso e volentieri.
RispondiEliminaQuesto raccontino (ino ino) c'avrà 2 anni minimo, poteva rimanere per sempre nella cartella dei documenti o peggio ancora nella mia testa, invece gli ho dato una chance. Ma credo e spero di saper fare molto molto meglio.
Mica lo sapevo che eri un editore. Forte. Ma in pratica di cosa ti occupi?
bè..è un lavoro che hoiniziato da un anno..io e altre 2 persone abbiam creato una casa editrice,qui a forli..l'idea è quella di cercare di pubblicare narrativa,o saggistica, che non sia banale,che ttestimoni l'aver qualcosa da dire..abbiam pubblicato per ora autori locali,ma vorremmo aprirci..tu hai pensato di pubblicare le cose che scrivi?il racconto mi è piaciuto..se ne hai altrri,potremmo anche metterci in contatto..se vuoi..se ti interessa posso darti la mia mail..
RispondiEliminaciao
roberto
Guarda sinceramente non so, non ho mai pensato a scrivere per gli altri perché, come detto poco più su, scrivo prima di tutto per me stesso. E poi come si svilupperebbe la cosa? Cioè, come si fa a diventare scrittori nella pratica?
RispondiEliminabè..bisogna leggere i tuoi racconti,valutarli,fare un editing.pubblicarli,distrribuirli,fare presentazioni..cose così..se vuoi ne possiam parlare..ripeto,se ti va ti dòil mio cell così a voce si fa prima..ciao
RispondiEliminaSei gentilissimo Roberto, però al momento mi sembra una cosa troppo più grande di me. Come dire... non mi sento all'altezza e non penso di avere le qualità adatte. Anche se vedere il proprio nome sulla copertina di un libro deve essere realizzante come poche altre cose, ma per ora non credo sia una cosa alla mia portata.
RispondiEliminaTi ringrazio ancora per la disponibilità ;)
come vuoi..quando eventualmente ti sentirai pronto sappi che se ne pootrà parlare..
RispondiEliminaScusate l'intromissione, volevo solo esprimere il mio parere riguardo questo tuo scritto che ho trovato agghiacciante, nell'accezione positiva che questo termine può avere. Ci ho ripensato a lungo durante la giornata, l'ho riletto la sera e tornando a casa di notte in macchina ho avuto i brividi. Disturbante davvero. Avrei voluto anche raccontarlo ad una persona ma mi metteva a disagio l'idea e in ogni caso non sarei stata in grado attraverso le mie parole di ricreare la morbosità che hai saputo così ben sviluppare nel tuo breve racconto.
RispondiEliminaSono una profana e forse sono particolarmente suggestionabile ma credo che provocare questo genere di reazioni attraverso la scrittura possa essere considerato un talento.
In attesa dei prossimi cinque racconti.
Troppo buona Lara.
RispondiEliminaAd oggi non mi verrebbe più di scrivere una cosa così, preferisco mettere un po' di ironia, cercando di far pensare chi legge, piuttosto che puntare sullo "shock" diretto.
Trovo molto più difficile costruire una storia leggera ma comunque sensata, che una più dura ma meno profonda. Dei racconti rimanenti solo uno (o forse due) posso dire che mi piacciono veramente, tutti gli altri, compreso L'operazione, sono così vecchi che quasi non sento più miei da quanto sono lontani da ciò che ORA vorrei comunicare con una storia.
Non l'ho trovato poi così poco profondo, al di là dell'impatto forte iniziale apre poi la via a riflessioni più sotterranee.
RispondiEliminaUn po' di umorismo forse sì, non guasterebbe, ma venato di nero. In questo caso, perdonami l'accostamento un po' forte, secondo me saresti abbastanza vicino ad un Palahniuk.
Eh, magari. Anche se ho letto solo un suo racconto, conosco molti suoi estimatori che ad ogni sua opera vanno in brodo di giuggiole, e so di quanto siano venate all'arsenico le storie che scrive.
RispondiEliminapalanhiuk(o come diavolo si scrive)non è affatto male..soffocare e fight club son notevoli..da dire che sembra ,però,che abbia trovato un suo clichè,un suo modo di scrivere e di proporre storie..insomma,che stia diventando un filo ripetitivo e furbetto..del genere.."io sono chuck,guardaye che storie estreme vi propino"..soffocare però leggilo..ha alcune cose geniali..non è male pure il film,uscito anno scorso..
RispondiEliminaAnch'io credo che abbia ormai creato un suo stile palanhiukiano che caratterizza ogni sua opera (anche se ho letto solo due suoi libri: fight club -ottimo- e cavie, in cui il mio giudizio era già deviato dal senso di già letto del precedente libro -cosa che tra l'altro mi succede con quasi tutti gli autori-, che mette in scena una carrellata di personaggi grotteschi più o meno riusciti -alcuni folgoranti- ma senza riuscire a raggiungere una quadratura soddisfacente).
RispondiEliminaDetto questo, qualcosa di suo potrebbe piacerti e credo anche che tu sia abbastanza "formato" da non rischiare di trasformarti poi in un fan/imitatore del suddetto stile.
Ops che gaffe, Fight Club l'ho letto eoni fa (vabbè, qualche anno), ma solo DOPO aver visto il film. Mi era paciuto.
RispondiEliminaAd ogni modo il discorso di Roberto lo capisco benissimo pur senza conoscere molto l'autore. L'autocompiacimento è uno degli ostacoli che secondo me ogni artista deve saper evitare. Pena l'inaridimento del messaggio, e stallo del pensiero.
Ancora grazie per le belle parole Lara. A (s)proposito, era con te che avevo avuto uno scambio di mail, giusto? (se mi sbaglio altra gaffe in arrivo).
Sì sono io!
RispondiEliminaContinuo a seguire il blog, sempre ricco di spunti interessanti per nuovi film :-)
E ora basta, la smetto con le sviolinate!