martedì 24 febbraio 2009

Ferro 3 - La casa vuota

Quanto mi piacerebbe possedere un linguaggio forbito e appropriato per spiegare, o almeno provarci, che cosa sia questo film di Kim Ki-duk. Invece, ogni mia sensazione, è riassunta in una sola parola che riesce, al contempo, sia a sminuirlo, perché Ferro 3 è un oceano di spunti e riflessioni, che a rendergli giustizia: capolavoro. Perché è questo, perché è geniale, perché È.
Bin-jip è un qualcosa che sta sopra, che appartiene ad una realtà eterea fatta di silenzi infiniti ma mai noiosi o stancanti. Il legame fra Tae-Suk e Sun-Hwa si cementa in quest’atmosfera muta, priva di parole ma non di emozioni, perché il dialogo a volte è superfluo, può bastare un gesto, uno sguardo.
E forse Kim Ki-duk riesce a trascendere queste cose così materiali, cogliendo l’essenza profonda e intima dell’amore, spoglio di ogni frivolezza, banalità, chiacchiera. Un’ essenza mistica, quasi religiosa, che ha come cifra caratteristica l’eternità. Anche se il film racconta solo una porzione della vita di quell’uomo e quella donna, si riesce a comprendere come il loro sentimento travalichi le barriere di una prigione per lui, e della sua casa per lei. Ma anche gli ostacoli della realtà come un marito possessivo e violento, o la polizia corrotta e ancora più violenta.

Brilla, d’una propria luce, il personaggio di Tae-Suk.
Non sappiamo niente di lui: chi è? Quanti anni ha? Si sa solo che vive nelle case degli altri. Ma non è un ladro, o un assassino. Tutt’altro, in questi “soggiorni” si occupa della casa bagnando le piante o facendo il bucato. Poi, al rientro della famiglia, sparisce. In silenzio, come un fantasma.
Ma risplende anche la dolce Sun-Hwa.
Una modella che ha tutto ma è come se non avesse niente. Il marito, nel volerla, la prosciuga, la inaridisce, lasciandole soltanto lividi violacei che segnano il suo viso.

Come abbia fatto Kim Ki-duk a creare una storia d’amore così profonda senza che i due protagonisti parlino mai tra di loro, è un magico mistero.
Il cinema orientale ha regalato negli ultimi anni perle di rara bellezza, lasciando in eredità ai posteri un patrimonio culturale immenso che scriverà un capitolo fondamentale nella Storia del cinema.
Ferro 3 – La casa vuota rappresenta, a mio parere, una meravigliosa sintesi delle due facce che compongono questo modo di fare cinema. Da una parte una qualità estetica sublime che nella sua estrema semplicità “trasuda” raffinatezza da ogni singolo fotogramma. Cito soltanto la scena conclusiva dell’abbraccio perché è la più potente, ma ce ne sono molte altre degne di nota.
La seconda faccia è quella dei segni e dei simboli che rimandano a “qualcos’altro” spingendo lo spettatore all’interpretazione. A partire dal titolo, quel Ferro 3 altro non è che una mazza da golf, la meno usata per essere precisi. Ebbene, l’intero film può essere una metafora di un “green”, con i suoi ostacoli e le sue buche. La mazza diviene il mezzo attraverso il quale Tae-Suk arriva con grande fatica all’ultima buca, ovvero Sun-Hwa.

Da ricordare nei secoli l'ultima inquadratura: i due protagonisti sono sopra una bilancia, la mdp stringe sui loro piedi. Forse molti non se ne sono accorti, ma l’ago della bilancia segna lo zero. Insieme, non pesano niente: sono leggeri, sono innamorati.
Capolavoro cristallino, applausi a non finire.

7 commenti:

  1. Due innamorati non pesano.
    E sulla bilancia del reale occupano il minimo spazio indispensabile.

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  2. Ma a volte "è difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno."

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  3. ehhhh! non ero ancora andato sultuo zag capolavori, ed eccomi qui a timbrare dove risiedono anche i miei, anche se anni e gusti son evoluti...e cominciamo con il film d Amore piu potente....Ferro 3!

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  4. premmettendo che tale etichetta ha poco senso d'essere perché la parola "capolavoro" è ormai così abusata che ha perso di senso e perché qui sul blog ci sarebbero molti altri film che la meriterebbero, Ferro 3 è un'opera talmente cristallizata nella mia memoria che rivederla mi spaventa molto, ho paura di scalfire quel lirismo struggente che ancora percepisco rivolgendo il pensiero a quella bilancia...

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  5. Film Magnifico!! In pochi come Kim Ki Duk riescono a descrivere così bene i sentimenti ed in modo così poetico!! Un regista straordinario di cui però, personalmente, ho preferito i precedenti "L'Isola" e "Bad guy", altre due storie d'amore ancora più potenti! Se non li hai visti ti consiglio di recuperarli!

    Detto questo! complimenti immensi per il blog! Uno dei più interessanti in giro, sto prendendo un sacco di appunti!

    E poi, cavolo, ti vado sotto l'etichetta capolavori e ti trovo questo, Dogville e Inland Empire. In più ti chiami Eraserhead! già ti adoro...
    corro a recuperare gli altri tuoi capolavori che non ho visto! Hai conquistato la mia fiducia!

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  6. Grazie Vittorio! Kim me lo sono visto tutto e, come ho notato discutendo con altri appassionati, è sempre difficile trovare un punto di incontro, c'è chi dice che sia meglio "quel" Kim, chi "quell'altro", io mi sono fatto la mia idea, ovvero che Ferro 3 e L'arco siano i suoi due vertici, accompagnati da visioni di poco inferiori (i due che citi, Primavera..., Indirizzo sconosciuto). Su una cosa invece si è tutti d'accordo, ahime: il declino degli ultimi anni è innegabile, e ci vuole ben altro che Pietà per ristabilirlo artisticamente nei nostri pensieri.

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  7. Purtroppo si... staremo a vedere Moebius! ciò che non mi piace è che tira giù un film dopo quell'altro a discapito della qualità!

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