mercoledì 13 dicembre 2017

Manhã de Santo António

L’oggetto più particolare dell’intera filmografia rodriguesiana si abbevera ad una fonte che in tutta onestà non ci aspettavamo proprio, Manhã de Santo António (2012) ha per l’appunto un focus su uno stuolo di giovani che arranca all’alba per le strade di Lisbona, ed il soffermarsi del regista sul loro moviolistico cammino li trasforma in una declinazione autorializzata degli zombi di Romero o, per essere maggiormente attuali, nei ritornanti della serie Les Revenants. Quindi Rodrigues gira un corto che si rifà ad un totem horrorifico? Beh, decisamente no, sebbene sia vero che l’intento è quello di farci percepire i ragazzi reduci dai bagordi della festa patronale come dei non-morti, è ancora più vero che, contestualizzando la situazione (è la mattina del 13 giugno e gli innamorati offrono a Sant’Antonio un vaso di manjerico [una specie di basilico] con un papavero rosso e una “bandierina” su cui possono scrivere i loro sentimenti), non vi è nulla che voglia tendere al perturbante, anzi, il quadro, se ci pensiamo bene, arriva, come già accaduto per il portoghese nel campo degli short, vedi China China (2007), a colorarsi di un’ironia sardonica una volta che vediamo  alcuni dei ciondolatori urbani staccarsi dal gruppo.

Così, quello che sulla carta sarebbe un San Valentino in salsa lusitana, viene ritratto dal regista come un piccolo inserto di desolazione umana, ciò che dovrebbe esserci, ovvero quell’amore che si manifesterebbe per l’occasione, non c’è poiché le persone sullo schermo sono involucri senza polpa, fantocci che vanno qui e vanno là senza andare da nessuna parte, e Rodrigues è perfino tagliente nel trasmettere in modo epigrafico il vuoto che avvolge e sostanzia tali esseri viventi (?)  i quali appiccicati al proprio cellulare non si accorgono nemmeno di inabissarsi nelle acque di un laghetto. Senza quasi accorgercene si consuma l’immane eppure microscopica tragedia del distacco, dell’apatia, del disamore, di un’assenza che riecheggia negli intercapedini del cuore fin dalla notte dei tempi e che il buon João Pedro conosce bene già da Il fantasma (2000), e, cosa davvero amara, è che non ci si può fare niente visto che la statua del Santo osserva imperturbabile la resa e le parole del sommo Pessoa vengono spazzate via dal vento.

2 commenti:

  1. Bellissimo corto. Tra l'altro Rodrigues dice di essersi ispirato proprio da una foto che egli stesso scattò sul vagone di un treno dopo la fine della festa di San Antonio a Lisbona, si trattava di un gruppo di pellegrini molto giovani, ubriachi fradici buttati a terra come morti.

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  2. Rodrigues è, a mio modesto avviso, una delle cose migliori del cinema autoriale europeo. Non sbaglia un colpo.

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