Premetto che questo film è da vedere assolutamente per una scena: c’è la Fenech che fa sesso in mezzo al fango sotto una pioggia battente.
Detto questo, che è già molto, Lo strano vizio della signora Wardh è un’ opera di culto per gli amanti del genere che ha per protagonista un’ Edwige Fenech giovane e bella come non mai.
Inoltre il suo ruolo non è ridotto a “quellaspiatadalbucodellaserraturadaLinoBanfiochiperesso” e nemmeno a ”gueststarinunhorrorbruttinomachebastachecimettiTarantinosullalocandinaevannotuttiavederlo”, diciamo che la sua interpretazione, a volte credibile altre volte un pò meno, è drammatica quanto basta per far comprendere allo spettatore lo stato emotivo di una donna in continuo pericolo.
Lo strano vizio di cui si parla nel titolo non è poi tanto strano, chi non ha l’amante al giorno d’oggi? È quasi una moda! Comunque l’intreccio amoroso July – il marito - l’amante – l’ex è il filo conduttore del film che si snoda tra la fredda Vienna e la calda Spagna, in più c’è un serial killer che sgozza a rasoiate delle giovani pulzelle, le due vicende si scoprirà alla fine che hanno un nesso.
La fine, come sottolineato in molte recensioni, è una delle cose migliori del film perché è abbastanza spiazzante, ma forse la spiegazione è un po’ contorta e non è facile assorbirla immediatamente a causa dei molti personaggi che vi ruotano attorno.
Per quanto me ne possa capire la regia di Sergio Martino mi è piaciuta, con inquadrature interessanti, come la morte dell’ex della Fenech che vediamo riflessa sui Ray-Ban dell’amante, e scene molto evocative come i due flashback da leccarsi i baffi in cui la signora Wardh ci delizia con le sue arti amatorie, il primo è quello che ho citato all’inizio, nel secondo la Fenech viene montata dal suo ex in mezzo a dei vetri rotti di una bottiglia (c’è un film con Madonna in cui accade una cosa simile).
Ma il fatto più importante è che il film riesce a trasmettere un minimo di tensione che non dovrebbe mai mancare in un film giallo. Ottima l’atmosfera che si respira nella casa dell’ex con tutti quegli animali, intrigante anche l’assassinio dell’amica nel parco.
Lo strano vizio di cui si parla nel titolo non è poi tanto strano, chi non ha l’amante al giorno d’oggi? È quasi una moda! Comunque l’intreccio amoroso July – il marito - l’amante – l’ex è il filo conduttore del film che si snoda tra la fredda Vienna e la calda Spagna, in più c’è un serial killer che sgozza a rasoiate delle giovani pulzelle, le due vicende si scoprirà alla fine che hanno un nesso.
La fine, come sottolineato in molte recensioni, è una delle cose migliori del film perché è abbastanza spiazzante, ma forse la spiegazione è un po’ contorta e non è facile assorbirla immediatamente a causa dei molti personaggi che vi ruotano attorno.
Per quanto me ne possa capire la regia di Sergio Martino mi è piaciuta, con inquadrature interessanti, come la morte dell’ex della Fenech che vediamo riflessa sui Ray-Ban dell’amante, e scene molto evocative come i due flashback da leccarsi i baffi in cui la signora Wardh ci delizia con le sue arti amatorie, il primo è quello che ho citato all’inizio, nel secondo la Fenech viene montata dal suo ex in mezzo a dei vetri rotti di una bottiglia (c’è un film con Madonna in cui accade una cosa simile).
Ma il fatto più importante è che il film riesce a trasmettere un minimo di tensione che non dovrebbe mai mancare in un film giallo. Ottima l’atmosfera che si respira nella casa dell’ex con tutti quegli animali, intrigante anche l’assassinio dell’amica nel parco.
Insomma, non saremo ai livelli del miglior Argento, ma sicuramente questo film è gradevole, pur con qualche limite, in particolare nel plot un po’ confusionario.
Nessun commento:
Posta un commento