giovedì 15 agosto 2013

Il giardino di cemento

Bello il titolo ossimorico che disvela una certa tensione ostensiva: il cemento come antitesi della Natura, corrispettivo artificiale (manuale) di un elemento naturale. Da questo spunto dualistico si può vedere il film di Andrew Birkin come una bisettrice implacabile che spacca in due, sempre.

Nello scenario assolato di desolazione paesaggistica (l’erba, appunto, non esiste, il panorama è solo di detriti), il peso dell’adolescenza che corrisponde al corpo-film è contrassegnato da un’alternanza/tessitura di opposizioni che si espandono intorno all’argomento-Jack. Acidissima quella iniziale dove ruvidamente si è posti di fronte ad un aut-aut: mentre il figlio si masturba, il padre muore. Sperma e morte coagulati in un montaggio alternato per quella che risulta, con ogni probabilità, la sequenza più ficcante di tutta l’opera. Non finisce qui poiché dopo la dipartita di entrambi i genitori (mamma e papà a loro volta caratterialmente agli antipodi) sullo schermo i quattro figli sono protagonisti di contrasti: meramente interpersonali, sentimentali, identitari. L’identità è il tema a cui punta Birkin e ancor prima McEwan. L’abbandono a se stessi fa sì che i ruoli all’interno della casa si sfaldino e gettino i ragazzi in un turbine di progressivi antagonismi, faccia-a-faccia destrutturanti praticamente fuori dalle logiche convenzionali, e infatti un elemento esterno come il fidanzato di Julie sarà l’unico a porsi e a porre delle domande, ovviamente inascoltate. Non sembra esserci un’uscita di sicurezza dal nuovo sistema famigliare: il piccolo Tom viene travestito da bambina (ecco un’altra discordanza) e gioca con l’amichetto ad impersonare i fratelli maggiori come se essi fossero madre e padre.
È qui il baricentro di The Cement Garden (1993), destabilizzante e provocatorio (forse sotto un certo punto di vista ciò va a suo sfavore) nel coniugare disordine puberale ad una ri-assegnazione delle parti: un nuovo papà, una nuova mamma: fratello e sorella, l’ossimoro più grande sta proprio nell’amore fra i due. Il terreno, come si potrà capire, è scivoloso, ma il film resta in piedi degnamente, a parte nel finale in cui si forza l’immagine del legame tra Jack e Julie con l’entrata improvvisa del fidanzato che li bacchetta sonoramente.

Premiato a Berlino, il film vanta un valido cast ben apparentato, infatti è presente una poco più che ventenne Charlotte Gainsbourg, nipote di Birkin in quanto figlia della sorella Jane. Inoltre si segnala Ned Birkin, terzogenito del regista, nei panni di Tom.

6 commenti:

  1. ricordo di avere apprezzato molo illibro(una delle prime opere di mcewan, prima chje,secondo me,deragliasse)..il film non mi pare di averlo visto,anche se ricordo quando uscì..buone vacanze amico carissimoòòò

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  2. Questo film lo vidi molti anni fa, forse proprio nel '93. Ricordo che mi piacque molto e, soprattutto, ricordo ancora la desolazione che trasmetteva l'ambiente intorno alla casa, il fascino dell'incesto. Ero ragazzetto, non ricordo come possa esser stato girato, ma se a distanza di tutti questi anni rammento ancora in modo vivido alcune scene, emozionalmente direi che ha funzionato.
    Saluti, Jean Claude.

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  3. Sì, non è male questo film, soprattutto se si conta che ha vent'anni sul groppone e che in questo lasso di tempo di scabrosità ne abbiamo viste a bizzeffe.

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  4. sono d'accordo con la tua disamina. Lo vidi anch'io molti anni fa, è uno di quei film che lascia un sapore particolare.

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  5. alcune sequenze non le dimentico
    immagini miste da libro e film
    lo vidi alla sua uscita nel piccolo e sempre affollato cinema d'essai della città in cui vivevo
    lo vidi con dolore perché il libro mi aveva devastata come poi non sono riusciti a fare altri suoi
    ricordo alcune sequenze come fosse ieri..
    per quella ruvidezza del cemento di quando ci si struscia il palmo della mano che permea la narrazione
    per la secchezza delle fauci, che mi resta, di quando non riesci a deglutire perché l'aria è troppo secca perché gli occhi sono spalancati increduli
    per quell'incesto straziante e pur segno di sopravvivenza
    non lo riguarderò, ma certo un film che dopo vent'anni ancora persiste così violentemente nella memoria certo qualcosa valeva..

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  6. Se già quattro persone, compreso il sottoscritto, si sbilanciano positivamente sul film nonostante per tre di loro la visione non sia proprio recente, voi che non lo avete ancora visto cosa state aspettando?

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