giovedì 12 agosto 2010

Cannibal Love - Mangiata viva

Il dottor Shane (Vincent Gallo) e consorte si recano a Parigi per la luna di miele. In realtà lui ha un secondo fine: incontrare il collega francese Semeneau per saperne di più su uno strano morbo cannibal/erotico.

Brutto.
C’è un termometro analitico che difficilmente sbaglia: quando non mi viene la benché microscopica idea su cosa scrivere di un film significa che io e lui non siamo stati d’accordo neanche per un minuto durante la sua proiezione. Se fossi un critico potrei spiegarmi e spiegarvi il perché e il percome Trouble Every Day (2001, ma il titolo italiano l’ha pensato Lenzi?) non ha minimamente incontrato i miei interessi, ma siccome non lo sono dovrete accontentarvi di qualche pensiero che affiora informe dal lago imperscrutabile dell’istinto.
Esteticamente il film ha anche una sua coerenza essendo attraversato da una cortina di anestetizzante lentezza che trova il proprio corrispettivo nello sguardo lisergico di Gallo, è però disdicevole di quanto tale lentezza, quasi una vacuità, sfracelli indelebilmente le gonadi.
Sotto la patina opacizzante ci sarebbero alcune scaramucce coniugali rese in maniera poco attraente per chi le vede, troppo il distacco tra Shane e sposa tra i due e noi, e particolare nota di demerito per le intersezioni fra la loro storia e quella del dottore di colore con moglie segregata in casa. Più che malfatto mi è parso che il tutto sia suscitatore di scarso interesse.

Avendo già finito le considerazioni principali, ne butto lì un paio di scarsissima entità (non che quelle precedenti abbiano chissà quale spessore intellettuale).
L’alone di mistero che Claire Denis vuole dare fin dall’inizio con quel bacio al buio è controproducente nella fruizione della pellicola.
Il titolo nostrano al pari della copertina sono forvianti visto che le parentesi horror sono limitate a poche scene, e, per dare alla Denis quel che è suo, non mi sono dispiaciute troppo.
Dispiace invece di come Béatrice Dalle, conosciuta grazie a Betty Blue (1986), sia in grado di sottomettere e uccidere a morsi un uomo che poco prima aveva divelto delle travi chiodate da una porta.

Fine. E ripeto: brutto.

4 commenti:

  1. Ah, pensavo a un film degli anni 60 o 70...Invece no, sorpresa. Questi titoli li vedevo nei cinema di terza visione, nei cinema dei paesi, pensavo che fossero un retaggio del passato. Me ne ricordo uno spettacolare: "Dopo di che, uccide il maschio e lo divora" (ispirato alla mantide).
    Adesso che mi ci hai fatto pensare, vado a vedere su imdb che roba era...
    :-)

    L'altro bel discorso è quello che fai alla fine: una volta le donne erano tutte casalinghe terrorizzate, adesso sono tutte poliziotte campionesse di kung fu che stendono con un dito uomini alti due metri per 150 Kg, e non importa se sono donnine di 45 Kg.
    Ma, e le buone, semplici, vie di mezzo?

    RispondiElimina
  2. Eh, ma i film che dici tu contestualizzati nel loro periodo possono anche suscitare ammirazione, questo solo noia.

    RispondiElimina
  3. l'ho visto di recente..brutto,hai ragione,brutto,noisoso,e presuntuoso..d'altronde,la presenzxa di vincent gallo è quasi una garanzia di cazzata presuntuosa..

    RispondiElimina