mercoledì 2 settembre 2009

XXY - Uomini, donne o tutti e due?

Perché? Mi chiedo perché la distribuzione italiana debba compiere questi scempi. Ma che sottotitolo è? No, cioè, osceno, veramente osceno, batte il tanto vituperato Se mi lasci ti cancello (2004).
Che poi, se il film fosse brutto e vabbè, si chiude un occhio, ma dato che XXY non è affatto male, questo voler italianizzare un titolo che fra l’altro ha un significato universale è alquanto fuori luogo.
Allora, per non farsi troppo male, è meglio considerare soltanto XXY che rimanda alla sindrome di Klinefelter, dal nome dello studioso che l’ha scoperta nel ’42. Detto in parole povere, le mie, chi contrae questa sindrome ha un cromosoma X in più. I soggetti sono fondamentalmente maschi, ma presentano alterazioni ormonali con sviluppo delle ghiandole mammarie e arrotondamento dei fianchi. Ma è importante sottolineare di come non ci sia una presenza contemporanea degli organi sessuali maschili e femminili come per gli ermafroditi.
Da quanto si legge, dunque, la sindrome di Klinefelter è differente dall’ermafroditismo. Nel film, invece, sembra che dal punto di vista scientifico sia stata fatta un po’ di confusione, e per questo motivo alcune voci si sono levate contro la regista argentina, la quale si è difesa dicendo che il titolo è soltanto un manifesto, una metafora.
Alex, la (o il? Io ne parlerò al femminile) giovane protagonista interpretata da un’androgina Inés Efron, asserisce di “essere tutte e due” riferendosi ai suoi organi sessuali, ma come appena spiegato è evidente una contraddizione fra il titolo e ciò che Alex è.
Poco importa, perché se dal punto scientifico ci sono delle differenze rilevanti, immagino che il disagio fisico e psichico di un ermafrodita e di un portatore della sindrome XXY sia quasi lo stesso, ed è qui che la regista Lucía Puenzo si concentra.
Un disagio nei confronti del mondo, che deride Alex, e un disagio verso se stessa che la porta a odiarsi perché diversa, perché mostro. Oltre a ciò persiste una confusione mentale che le impedisce di capire quali siano i suoi orientamenti sessuali. Alex non ha una identità, alla risposta “chi sono?” non è in grado di rispondere, e per questo viene trascinata dalla corrente dell’istinto che il più delle volte è maschile vista la sua aggressività anche nel fare sesso con Alvaro, ma che è anche femminile con quella fragilità muliebre venata di malinconia.

Rilevante la figura di Alvaro, ragazzetto introverso dal viso ossuto, che non ha un rapporto solido col padre chirurgo. Per tutta la durata del film sono come due estranei, solo alla fine c’è un confronto ma tra loro c’è un muro di ghiaccio alto mille metri. Come Alex anche lui cerca se stesso.
Di tutt’altra pasta è il padre di Alex interpretato da Ricardo Darín (Nove regine, 2003) che a differenza del suo aspetto rude dimostra una grande apertura mentale nei confronti della figlia permettendole di scegliere quel che vorrà essere. Che poi mi sembra una cosa giusta, il problema grosso è che il tempo della consapevolezza arriva sempre più tardi del dovuto.
Comunque ottimi tutti gli attori (con qualche riserva sulle due madri un po’ anonime), non perché facciano cose straordinarie, ma perché sembrano perfettamente tagliati per i loro ruoli, e quindi un plauso al casting che ha azzeccato anche la location: una località balneare ad un’ora da Montevideo sulla quale la Puenzo ha detto:”I personaggi del film sono andati lì per nascondersi, lasciando Buenos Aires, e si sono rifugiati in una casa ben chiusa che contrasta con l'immensità che la circonda.”

Prendete e portate a casa, non foss’altro perché l’argomento è interessante e i film che lo trattano in maniera seria sono pochi, anzi io non ne conosco altri.

2 commenti:

  1. Al momento non vengono in mente neanche a me, su due piedi. Grazie di avermi ricordato di recuperarlo: mi è parso come a te un film ben focalizzato sui personaggi e sui loro rapporti, non solo sul tema in sé ma su ciò che ovviamente comporta. Anche da questo punto di vista, ottimo l'uso della location.

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  2. Oh beh, forse nel mondo del porno ne esistono di film che trattano quest'argomento, però ho la vaga impressione che l'attenzione non sia concentrata sui rapporti dei protagonisti, almeno non quelli relazionali :p.

    Ciao e grazie a te!

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