sabato 2 gennaio 2021

El ruido de las estrellas me aturde

Sempre e solo giovani al centro del proprio progetto per Eduardo Williams, non ragazzi qualunque, sebbene sì, in un certo qual modo lo siano, ventenni o giù di lì che vagano, che si spostano in freddi e indifferenti contesti urbani, di loro non sappiamo mai nulla, le informazioni che riceviamo vanno estrapolate da un tessuto estremamente reale, in El ruido de las estrellas me aturde (2012) il massimo che riusciamo a carpire è che alcuni di essi vivono insieme in una casa molto disordinata, se al regista argentino premeva dare un quadro dello smarrimento esistenziale dei suoi coetanei, con i lavori pre-The Human Surge (2016) credo ci sia riuscito egregiamente, dei tre visionati dal sottoscritto Tan atentos (2011) rimane quello dal tono minore, Pude ver un puma (2011) la vetta mentre il corto sotto esame il più criptico del lotto. Williams si incunea come suo solito nel continuo bighellonare del gruppetto, ascolta discorsi astratti e indipendenti, tipo la riflessione sul peso delle blatte morte sulla Terra o il fatto che alcuni alberi rilascino una particolare sostanza acida, un filo conduttore razionale e narrativo non è presente, il che, per quanto mi riguarda, è da accogliere con sobria felicità, è qui che entra in gioco la levatura di un autore seppur in erba, Teddy ha trovato un suo taglio formale che gli permette di portare avanti un personale discorso sul cinema, a prescindere da ciò che riprende.

Parlo di alta riconoscibilità, mi basterebbero cinque minuti ormai per capire se sto guardando un film di Williams oppure no, e questo è un attributo che alcuni registi non raggiungono nemmeno dopo un’intera carriera. Su El ruido... potrei citare la scena finale ai piedi del tronco peloso con successivo super zoom su una formica come sequenza precorritrice del “famoso” formicaio ne El auge del humano, a testimonianza di una continuità che si ripercuote anche nelle sue manifestazioni ridotte. Il mio invito è però di non soffermarsi sul dettaglio (per rovescio la primissima ripresa del mare dall’alto si disallinea dalle usuali vedute del porteño) ma di allargare lo sguardo per cogliere la totalità e la complessità di un’opera in stretto dialogo con la filmografia a cui appartiene. Il rumore delle stelle ammetto di non averlo udito, lo stordimento, invece, si è fatto sentire eccome.

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